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Mostro di Firenze
Mostro di Firenze è la denominazione sintetica utilizzata dai media italiani per riferirsi all’autore o agli autori di una serie di otto duplici omicidi avvenuti fra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze.
L’inchiesta avviata dalla Procura di Firenze ha portato alla condanna in via definitiva di due uomini identificati come autori materiali di 4 duplici omicidi, i cosiddetti compagni di merende:
Mario Vanni e Giancarlo Lotti mentre un terzo, Pietro Pacciani, condannato in primo grado a più ergastoli per 7 degli 8 duplici omicidi e successivamente assolto in appello, è morto prima di essere sottoposto ad un nuovo processo di appello, da celebrarsi a seguito dell’annullamento della sentenza di assoluzione da parte della Cassazione. Le Procure di Firenze e Perugia sono tuttora impegnate in un’indagine volta a individuare i presunti mandanti dei duplici omicidi.
La vicenda ebbe molto risalto anche dal punto di vista sociale, suscitando estrema paura per la tipologia di vittime (giovani fidanzati in atteggiamenti intimi) ed aprendo l’opinione pubblica italiana al dibattito sull’opportunità di concedere con maggiore disinvoltura la possibilità per i figli di trovare l’intimità a casa, evitando i luoghi pericolosi
22 ottobre 1981 (Giovedi): L’omicidio di Stefano Baldi e Susanna Cambi, Le Bartoline
Il 23 ottobre 1981, a soli quattro mesi di distanza dal precedente omicidio, a Travalle di Calenzano vicino a Prato, in località “Le Bartoline”, lungo una strada sterrata che attraversa un campo, a poca distanza da un casolare abbandonato, vengono uccisi Stefano Baldi, di 26 anni, operaio tessile di Calenzano e Susanna Cambi commessa di 24 anni. I due giovani, che avrebbero dovuto sposarsi entro pochi mesi, avevano cenato a casa di Stefano la sera prima quindi erano usciti a bordo dell’auto del giovane, una Golf nera, e non avevano più fatto ritorno. Alcuni amici del ragazzo riferirono che il Baldi inizialmente intendeva restare con loro, guardando una partita di calcio ma poi aveva cambiato idea e deciso di trascorrere la serata (vigilia di uno sciopero generale) con la fidanzata. La Cambi viene raggiunta e uccisa da cinque colpi, il ragazzo viene invece colpito quattro volte. Le cartucce sono di marca Winchester con la lettera “H” sul fondello, sparate dalla stessa Beretta calibro.22 LR, di cui solo 7 bossoli dei 9 complessivi che si sarebbero dovuti rinvenire saranno repertati.
In questo caso l’omicida, per raggiungere la ragazza e compiere l’escissione del pube, è costretto ad estrarre dall’auto anche il corpo di Stefano. Il corpo della ragazza verrà trovato ad una decina di metri dall’auto, in un canaletto, con la maglia sollevata fino al collo. Il seno sinistro presenta gravi ferite inferte con arma bianca. Anche in questo caso verranno ritrovati gli oggetti contenuti nella borsetta della vittima femminile sparsi nelle zone circostanti il luogo del delitto. Il corpo di Susanna Cambi presenta ferite da arma da taglio, almeno quattro, di cui tre alla schiena.
Il giorno successivo al delitto, prima del rinvenimento dei corpi, un uomo telefonò alla zia di Susanna chiedendo di parlare con la madre della giovane che, in effetti, in quel periodo era ospite con le due figlie presso la sorella. A causa di un guasto sulla linea tuttavia, la comunicazione venne interrotta subito. Si tratta di un particolare decisamente misterioso considerato che il numero di telefono, appartenente ad un indirizzo nuovo, era provvisorio e quindi nessuno avrebbe dovuto conoscerlo.Secondo quanto sostenuto dall’avvocato Nino Filastò, inoltre, poco prima del delitto Susanna Cambi avrebbe fatto capire alla madre di essere pedinata da qualcuno. In una occasione, mentre guidava l’auto in compagnia della madre, aveva rischiato di provocare un incidente spiegandole che “un tale, il solito” la stava seguendo e che era sua intenzione evitare di incontrarlo.
Di seguito alcuni spunti tratti dal processo di primo grado a Pietro Pacciani
– ATTENZIONE –
Il seguente materiale contiene descrizioni e immagini di particolare crudezza che possono urtare la sensibilita’ degli utenti piu’ impressionabili.
…L’auto si trova ad occupare quasi completamente il centro della sterrata a circa 60 mt dall’imbocco su via dei prati. Ha il finestrino dx in frantumi e i frammenti sono soprattuto dentro l’auto ad indicare la rottura dall’esterno verso l’interno.I corpi sono disposti in opposizione sui due lati della sterrata. Quello della ragazza in un fosso tra due filari di vite sul lato destro, circa 5 metri oltre il muso dell’auto e a diversi metri all’interno del campo.Quello del ragazzo in un avvallamento sul lato sinistro, 3 metri oltre il fronte dall’auto. L’aggressore ha esploso 7 colpi (tutti a piombo nudo) di calibro 22.LR attraverso il finestrino passeggero (La Nazione 24 Ott. ’81).
Verranno repertati 7 proiettili e 7 bossoli, di cui 6 collocati relativamente a breve distanza l’uno dall’altro all’altezza della ruota anteriore dx, e uno all’interno dell’abitacolo sul pianale anteriore dx (secondo La Nazione 25 ottobre 81 altri tre bossoli verrebbero ritrovati durante un sopralluogo successivo.)Il killer ha poi estratto entrambi i corpi adagiandoli a terra, con quello del ragazzo che finisce stranamente sdraiato sul fianco destro e con il braccio sinistro conserto. Apparentemente ci sarebbero alcune tracce di trascinamento su entrambi i cadaveri.
Testo tratto e modificato: http://it.wikipedia.org/wiki/Mostro_di_firenze
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