Secondo Duplice OMICIDIO MOSTRO DI FIRENZE – (06/06/1981)

           MOSTRO DI FIRENZE DUPLICE OMICIDIO

Ecco cosa accadde da “Enigma”  – Clicca Sopra

VIDEO 2  –  Il luogo dove è avvenuto – Clicca  

VIDEO 3 – Rara intervista al padre della vittima – Clicca 

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Mostro di Firenze è la denominazione sintetica utilizzata dai media italiani per riferirsi all’autore o agli autori di una serie di otto duplici omicidi avvenuti fra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze.

L’inchiesta avviata dalla Procura di Firenze ha portato alla condanna in via definitiva di due uomini identificati come autori materiali di 4 duplici omicidi, i cosiddetti compagni di merende: Mario Vanni e Giancarlo Lotti mentre un terzo, Pietro Pacciani, condannato in primo grado a più ergastoli per 7 degli 8 duplici omicidi e successivamente assolto in appello, è morto prima di essere sottoposto ad un nuovo processo di appello, da celebrarsi a seguito dell’annullamento della sentenza di assoluzione da parte della Cassazione. Le Procure di Firenze e Perugia sono tuttora impegnate in un’indagine volta a individuare i presunti mandanti dei duplici omicidi.

La vicenda ebbe molto risalto anche dal punto di vista sociale, suscitando estrema paura per la tipologia di vittime (giovani fidanzati in atteggiamenti intimi) ed aprendo l’opinione pubblica italiana al dibattito sull’opportunità di concedere con maggiore disinvoltura la possibilità per i figli di trovare l’intimità a casa, evitando i luoghi pericolosi.                                         

6 giugno 1981 (sabato): L’omicidio di Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio, Scandicci

Il primo dei due duplici omicidi del 1981 viene commesso nella notte tra il 6 ed il 7 giugno nei pressi di Mosciano di Scandicci. Le vittime sono Giovanni Foggi, 30 anni, dipendente dell’Enel, e la sua ragazza, Carmela De Nuccio, pellettiera di 21 anni. I due si conoscevano da pochi mesi ma avevano già programmato di sposarsi. La sera del delitto, un sabato, cenano a casa dei genitori di Carmela, poi, verso le 22:00, escono per una passeggiata e si appartano con l’auto, una Fiat Ritmo color rame, in una stradina sterrata sulle colline di Roveta, non lontano dalla discoteca “Anastasia”, e in una zona frequentata abitualmente da coppiette e guardoni.

Giovanni viene raggiunto da tre colpi di pistola esplosi attraverso il finestrino anteriore sinistro, mentre altri cinque proiettili colpiscono Carmela. In fase di sopralluogo verranno però rinvenuti solo cinque bossoli su otto, un particolare, quello dei bossoli mancanti, che si ripresenterà ancora nel 1983, nel 1984, e che già si era verificato nel 1974 e nel 1968. La ragazza viene tirata fuori dalla macchina e trascinata in fondo al terrapieno rialzato su cui scorre la stradina, dove le verranno recisi i jeans e, per mezzo di tre precisi fendenti, le verrà asportato interamente il pube. Anche in quest’occasione l’omicida, presumibilmente prima di lasciare il luogo del delitto, colpisce con il coltello il corpo esanime del ragazzo.                       

I corpi dei due giovani saranno rinvenuti il mattino dopo. L’uomo è ancora a bordo dell’auto, come nel delitto del 1974. Anche in questa occasione le armi usate sono la Beretta calibro.22 ed un coltello. Anche in questo caso si verifica l’accanimento sui cadaveri, soprattutto su quello della donna. Ma le analogie non sono finite, perché stranamente, proprio come a Borgo, la borsetta della ragazza viene rovistata, e il contenuto gettato a terra senza che però questa volta risulti mancare nulla. Per il delitto viene inizialmente sospettato l’ex fidanzato della De Nuccio, che in passato aveva avuto screzi con lei, ma il giovane risultò avere un alibi inattaccabile.

L’arresto di Vincenzo Spalletti

Nelle fasi successive al delitto del giugno 1981 entra in scena Vincenzo Spalletti, trentenne, sposato e padre di tre figli. Spalletti era, ai tempi, un autista di autoambulanze presso la Misericordia di Montelupo Fiorentino. Tuttavia era conosciuto in famiglia e presso la Taverna del Diavolo“, un ristorante della zona, per essere anche un guardone. Il fenomeno del voyeurismo era peraltro in quei tempi marcatamente diffuso nella provincia fiorentina.                                         

La domenica mattina seguente al duplice delitto, rientrato all’alba dopo aver trascorso la serata fuori con un amico guardone, racconterà alla moglie, e ad alcuni avventori di un bar da lui frequentato, di aver visto “due morti ammazzati“; racconterà inoltre particolari inerenti al delitto (in particolare la mutilazione inflitta alla ragazza) che non potevano essere già stati divulgati dagli organi di stampa e dai mass media.

In seguito alle indagini alcune persone testimoniarono di aver visto la sua auto nei pressi del luogo del delitto nella notte del 6 giugno. Spalletti viene quindi arrestato; durante l’interrogatorio afferma di aver letto la notizia sui giornali, cosa impossibile in quanto i giornali che riportavano il fatto non erano stati pubblicati prima di lunedì e, inoltre, mente sull’orario di rientro a casa per la notte del delitto. Viene quindi accusato di falsa testimonianza e incarcerato, ma col sospetto che l’assassino possa essere proprio lui.

Mentre Spalletti si trovava in carcere sua moglie e suo fratello ricevettero diverse telefonate anonime, in cui veniva loro assicurato che il loro congiunto sarebbe stato presto scagionato, cosa che in effetti accadrà nell’ottobre dello stesso anno a seguito di un nuovo duplice delitto che scagionerà completamente Spalletti .

Un conoscente dello Spalletti, anch’egli noto come guardone, sentito dagli inquirenti, asserì di essere stato fermato nei boschi, all’incirca all’epoca del delitto, da un tizio con una divisa che non aveva saputo identificare. L’uomo in divisa gli avrebbe rivolto velate minacce, rimbrottandolo aspramente e mostrandogli – a suo dire – una pistola.                

Di seguito alcuni spunti tratti dal processo di primo grado a Pietro Pacciani🙁ATTENZIONE Il seguente materiale contiene descrizioni e immagini di particolare crudezza che possono urtare la sensibilita’ degli utenti piu’ impressionabili.

Il giovane indossa una camicia, un paio di jeans sfilati dall gamba sinistra e al collo una collanina con crocefisso. E’ stato colpito da tre colpi di pistola e tre da arma da taglio.

1) Colpo d’arma da fuoco in regione ‘occipitale sinistra con ritenzione del proiettile nel tavolato osseo (probabilmente il primo colpo che infrange il vetro). Esito non mortale
2) Secondo colpo d’arma da fuoco in regione parietale sinistra, con passaggio in cavita’ e devastazione dell’encefalo Esito mortale
3)Terzo colpo sparato a breve distanza (presenza di affumicatura) che lo ha raggiunto al tronco tra la regione mammellare sx e la clavicola, e che ha leso l’aorta fermandosi nel polmone Esito mortale.
             

Per tutti i colpi la direzione e’ da sinistra a destra, quello al torace con inclinazione leggermente dal basso verso l’alto

Presentava due ferite da taglio parallele tra loro a sinistra del collo con morfologia ad asola da 3 cm, inferta in limine vitae. Un altra ferita veniva individuata sulla zona mammellare sx, a 6 cm dal capezzolo. Ferita da taglio penetrante, obliqua dall’alto al basso con tramite a raggiungere la milza, inferta post mortem.               

La ragazza e’ completamente vestita. E’ stata raggiunta da quattro colpi d’arma da fuoco a proiettile unico.
1)Uno al collo con ritenzione del proiettile nella colonna e lesione midollare.
2)Uno dietro la scapola sinistra, mortale, con interessamento del cuore e del polmone, sparato a breve distanza come si evince dall’alone di affunicatura sulla camicia.
3)Uno di striscio al mento, probabilmente quello che aveva gia’ trapassato il braccio destro.
4) Uno all’avambraccio dx, trapassante, con tramite quasi parallelo all’asse lungo dell’arto
5) Altro trapassante all’avambraccio sn con traiettoria in uscita ad impattare contro il reggiseno, causativo di una ferita contusa all’altezza della mammella sinistra
L”assassino le ha poi reciso i jeans dal cavallo fino alla vita sulla parte sn, con sorprendente abilita’ tanto da non graffiare neppure la cute sottostante il tessuto, ed ha eseguito l’asportazione del pube con parziale interessamento dei genitali esterni ( parte del grande labbro di sinistra). L’escissione e’ stata conseguita post mortem con un incisione circolare che inizia ad ore 10 e continua in senso orario fino a tornare al punto di partenza. Altre piccole ferite escoriative al collo forse causate dalla fauna cadaverica . Tra le labbra stringe una delle due catenina che portava al collo. ( 5ott14 )
                                 

Testo tratto e modificato: http://it.wikipedia.org/wiki/Mostro_di_Firenze

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