PROFONDO ROSSO – Dario Argento – (1975)

Profondo Rosso

      

Profondo rosso è un film del 1975 diretto da Dario Argento.
 

 

 

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Dario Argento (Roma, 7 settembre 1940) è uno sceneggiatore, regista e produttore cinematografico italiano.

Uno degli autori italiani più noti ed apprezzati all’estero (soprattutto in Francia, Giappone e Stati Uniti), meno in Italia, è conosciuto come maestro del brivido, avendo dedicato al cinema thrilling la sua produzione registica, che, infatti, annovera quasi esclusivamente film gialli e horror.

profondo rosso

Nel momento in cui lo spaghetti-thriller era un filone ormai esaurito, Argento realizza nel 1975 quello che viene considerato il suo film più maturo, Profondo rosso, e che segna il suo ritorno al thriller, al giallo e al horror, riuscendo nella difficile impresa di fondere tutti gli aspetti della sua ricerca e del suo studio svolti sul linguaggio cinematografico nelle opere precedenti, non solo tramite innovative scelte visive e una sceneggiatura solida (cui collabora Bernardino Zapponi), ma anche con un’impostazione originale. Con questo film il regista porta ai massimi livelli la sua tecnica (uno score musicale tra il jazz e il rock progressivo, cromatismi e uso delle luci, decòr e scenografie, tutti perfettamente funzionali alla storia), traducendo compiutamente in quasi due ore di pellicola le sue idee sui meccanismi della suspense e del mistero.

Profondo rosso costituisce il punto d’arrivo di un percorso fatto di continue sperimentazioni volte a manipolare il giallo classico e a contaminarlo ulteriormente con l’inserimento di concetti e situazioni estranei al repertorio del thriller classico (basti pensare all’allucinante prologo, a tutta la sequenza iniziale durante il congresso di parapsicologia con la sensitiva Helga che “sente qualcosa”, alla Villa del Bambino Urlante o al pupazzo meccanico che preannuncia l’assassinio del Professor Giordani); ma soprattutto, si assiste ad un’estremizzazione delle sequenze di terrore e ad un’esasperazione nell’esecuzione degli omicidi.

profondo rosso

Sotto quest’ultimo punto di vista la pellicola è anche lo spartiacque nella filmografia argentiana, in quanto a partire da questo film il cineasta romano, pur non rinunciando alla “tecnica”, sembra interessato sempre più all’estetica dell’omicidio e all’effetto raccapricciante. Ciò sarà confermato soprattutto nei lavori del decennio successivo.

Profondo rosso (film 1975)

Si tratta, secondo molti critici cinematografici e molti appassionati, di uno dei migliori film di Argento. L’opera segna, all’interno del percorso artistico del regista, il passaggio fondamentale fra la fase thriller, alla quale appartengono L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio (il film doveva infatti intitolarsi La tigre dai denti a sciabola per continuare la saga animalier), e quella horror cominciata con Suspiria.
Fin dalla sua uscita nelle sale, la pellicola ebbe un ottimo successo di pubblico e, col passare degli anni, divenne un film di culto, grazie anche ai terrificanti effetti speciali, cui mise mano anche Carlo Rambaldi, e alla musica, composta dal pianista jazz Giorgio Gaslini con l’ausilio del gruppo rock progressive dei Goblin. Il film fu girato tra Torino, Perugia e Roma, ma nella finzione le vicende sono ambientate a Roma.

goblin profondo rosso colonna sonora

Realizzazione

Profondo Rosso nasce, come altri film di Argento, durante le battute finali della realizzazione della sua opera precedente, l’atipico Le cinque giornate. L’idea di base, la medium che, durante una seduta, percepisce i pensieri di un assassino, risale addirittura ad una prima stesura di Quattro mosche di velluto grigio. Argento lavora febbrilmente sulla sceneggiatura ma, insoddisfatto del risultato, si fa aiutare da Bernardino Zapponi, tanto che alla fine ne risulta una sceneggiatura a quattro mani. Zapponi, intervistato, si attribuisce l’idea di aver voluto rendere molto “fisico” l’orrore del film e di legarlo ad un contesto “realistico” e comune, mentre attribuisce ad Argento il lato “fantastico” della vicenda (la medium, i fantasmi della villa).

Il film, inoltre, risente della particolare situazione affettiva di Argento, che si era appena separato da Marilù Tolo, con cui aveva convissuto per un anno dopo il divorzio dalla prima moglie Marisa Casale. Argento ricorda quel periodo come ricco di febbrile creatività. Inoltre, è sul set del film che la sua relazione con Daria Nicolodi si consolida. La Nicolodi stessa riconosce che nel personaggio di Gianna Brezzi, la giornalista da lei interpretata nel film, c’è molto del suo vero carattere e molto del giovane Dario Argento quando faceva il giornalista.

profondo rosso
In una scena del film, quando Daria Nicolodi entra in casa di David Hemmings, trova la foto di una donna su un mobile. Chiede chi è e lui le risponde che è una di cui si ricorda a malapena, e allora lei butta la foto nel cestino. La donna rappresentata nella foto è Marilù Tolo.

La scelta di Clara Calamai per interpretare la folle assassina non è casuale: Argento voleva infatti un’attrice anziana, un tempo famosa ma adesso dimenticata, in parte per la lunga assenza dallo schermo, in parte perché passata di moda. Quando David Hemmings si reca per la prima volta in casa della donna, le fotografie che la Calamai gli mostra sono proprio le sue, che la ritraggono sui set dei suoi vecchi film.  

La famosa colonna sonora del film, eseguita dal gruppo progressive rock Goblin su spartiti di Giorgio Gaslini, fu scelta da Argento come ripiego. Il regista, infatti, avrebbe voluto addirittura i Pink Floyd per comporla. Il gruppo declinò gentilmente l’invito, perché troppo impegnato nella composizione di un nuovo album, quindi la produzione si rivolse a Gaslini, che aveva già lavorato con Argento ne “Le Cinque Giornate”. Tuttavia, Argento sentiva che la musica di Gaslini non andava bene per il film e che occorreva qualcosa di più moderno. Intrigato dal demo Cherry Five, il regista contattò i Goblin ed il gruppo aderì volentieri al progetto. Secondo Argento, il 90% della colonna sonora definitiva è da attribuirsi ai Goblin e solo il resto a Gaslini.

Automobili degli attori

Nel film i mezzi utilizzati nelle scene hanno un ruolo importante. Tra essi si ricordano la Fiat 500, in precarie condizioni, di Gianna Brezzi, teatro delle discussioni tra la stessa e Marc, la Lancia Beta noleggiata da Marc, la Lancia Beta Coupé che uccide Carlo schiacciandogli il capo e l’autocarro Fiat 643 che lo travolge e trascina. Come detto, il film è ambientato a Roma ma è stato quasi interamente girato a Torino. Ciò spiega perché, nonostante vi siano molte scene ambientate per strada e in automobile, in nessuna di esse vengono inquadrate le targhe dei veicoli. 

                                

Curiosità

  • Il titolo del film ha subito diversi cambiamenti: per continuare la tendenza animalesca dei film precedenti di Argento, il titolo sarebbe dovuto essere La tigre dai denti a sciabola, poi su un copione comparve il misterioso titolo provvisorio Chipsiomega; infine si optò per Profondo rosso data la gran predominanza di tinte scarlatte nel film, sia per il sangue sia per scelte di scenografia e fotografia (basti pensare ad esempio alla scena iniziale nel teatro).
  • In Giappone il film uscì solo alcuni anni dopo l’uscita italiana, sull’onda del grande successo di Suspiria, e fu quindi rititolato Suspiria part. 2. Fin dalla sua introduzione, la pellicola ha una straordinaria notorietà nel paese del sol levante, come testimonia la scrittrice Banana Yoshimoto.

Profondo rosso 2

  • Sulla scia del grande successo che ebbe nelle sale cinematografiche, a fine anni ’70 fu stampata e distribuita in Italia una pessima edizione in super 8, non autorizzata e accorciata di circa 40 minuti. Si tratta tuttavia di una stampa relativamente rara. Analoga sorte toccò ad altri titoli del regista, quali L’uccello dalle piume di cristallo, 4 mosche di velluto grigio e Suspiria.
  • Nel 2000 (a 25 anni dall’uscita del film nei cinema italiani), Dario Argento e il gruppo dei Goblin realizzarono un cortometraggio ispirato al film: sulle note del tema musicale principale il regista romano, in veste di assassino, uccideva uno ad uno tutti i componenti del gruppo, nello stesso identico modo in cui venivano assassinate le vittime del film. Il cortometraggio fu trasmesso da Rete 4 nell’aprile 2000, in coda alla trasmissione in onda del film.

Testo tratto e modificato: http://it.wikipedia.org/wiki/Profondo_rosso_%28film_1975%29

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