SANDRO ANGIOLINI per gli “amici” SANGIO – (1920/1985)

Sandro Angiolini

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Sandro Angiolini (Milano, 9 giugno 1920 – Milano, 15 ottobre 1985) è stato un fumettista italiano.

Sandro Angiolini – Biografia 

La carriera professionale di Angiolini dura 50 anni. Padre pittore, inizia la sua attività nel 1936 disegnando storie umoristiche di animali antropomorfi per il settimanale Albi dell’Intrepido della Casa Editrice Universo, quando ancora studia.

Nel 1940, appena finito il liceo Artistico di Brera e con l’intenzione di frequentare l’università, Antonio Rubino (pilastro dei giornali La Tradotta e Balilla, direttore dal 1934 del Topolino di Arnoldo Mondadori Editore, suo Quadratino sul Corriere dei Piccoli nel 1910), lo chiama a Roma per contribuire al film di animazione Il Paese dei Ranocchi di Roberto Sgrilli, presentato nel 1942 alla Mostra del Cinema di Venezia, prodotto dalla Incom. Dopo questa esperienza in cui impara a fare i cartoni animati, continua nel genere collaborando, sempre nel 1942, con la Bossoli Film alla realizzazione di Anacleto la Faina; l’anno seguente, La Rosa di Bagdad, il primo ufficiale film d’animazione a cui hanno contribuito – oltre Anton Gino Domeneghini e Federico Pedrocchi – quasi tutti i disegnatori dell’epoca (ben 160!), da Galep a Guido Zamperoni, da Angelo Bioletto a Giorgio Scudellari.

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Nel 1943, di nuovo a Milano, dopo un breve periodo in Svizzera come rifugiato di guerra, Angiolini disegna vignette per tutti i periodici umoristici d’allora (L’Uomo di PietraIl BarbagianniCoda di Paglia) compresi 420 di Nerbini e Sveglia, giornale per i soldati e le loro famiglie che contava fra i collaboratori pure Rino Albertarelli ed Egidio Gherlizza (autore di Serafino e Il Signor Giulivo per Edizioni Alpe). Prima di dirigerne addirittura uno tutto da solo nell’immediato dopoguerra (Lo Spigolo a Genova nel 1946) esegue le prove generali come illustratore realistico figurativo a mezzatinta per i quotidiani Corriere LombardoLa Patria e La Notte e, soprattutto, L’Ambrosiano del Sabato nel quale è sempre in redazione come factotum. Dopo i fumetti e le vignette del suo esordio, non fa altro che illustrazioni a tempera, fino al 1950, sui periodici sentimentali allora diffusissimi: IncantoFestivalStelleBellaLuna ParkEvaLe Vostre Novelle,Settimana Radio TV (copertine) e Sport Illustrato. E ancora illustrazioni a colori per libri di testo scolastici (Signorelli), volumi di fiabe, spartiti per canzoni, cartelloni pubblicitari, romanzi per ragazzi, albi con animali da colorare.

Poi, l’attrazione fatale per i fumetti. Il contrario di quello che capitò a Walter Molino, Gino Pallotti, Aldo Torchio, Fernando Carcupino che, dopo alcune storie con balloons li abbandonarono per passare all’illustrazione e la pittura. Appunto nel 1950, Angiolini, convinto da Gino Casarotti (padre fondatore della Editoriale Dardo poi presa in mano nel 1972 dal figlio Giuseppe) prende l’incarico di realizzare il mensile Chicchirichì (il primo numero è del 1952, l’ultimo del 1958) e gran parte dei personaggi contenuti in questo periodico per bambini (RomolettoFildiferro & Scarafone (testi Andrea Lavezzolo), I Tre Pappagalli MoschettieriGervasioPinottoAsso e GiolliComare FainaOld Paul e BennyBeccos Bill e vari altri).

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Casarotti lo fa disegnare anche su Cri Cri (1953-1954) oltre che affidargli la realizzazione di molte copertine fra cui alcune di Gim ToroCapitan MikiEl CoyoteRanch. E soprattutto quelle dei primi 18 numeri formato libretto de Gli Albi del Grande Blek poi passate, in ordine, a Alvaro Mairani, Aurelio Moglia, Emilio Uberti, Franco Bignotti.

Il disegnatore, dopo una decade di esclusiva – in cui si ritaglia giusto il tempo di realizzare, su testi di Andrea Lavezzolo, 15 numeri di Calam la Pantera del West per la Zenith (1951-1952) e pupazzetti di Pinocchio in plastilina per la Ifas (1958) – chiude definitivamente la sua collaborazione con la Dardo nei primi anni Sessanta, creando graficamente il western Billy Rock, di Barbieri (48 numeri in formato striscia).

Nel 1954, tra altri lavori, l’artista crea pure Pisello Kid per la testata Pony della Diamante.

Dal 1960 al 1965, l’artista lavora pure per la casa editrice francese Aventures et Voyages di Bernadette Ratier, deceduta nel 1992 a 93 anni, che gli pubblica L’Uomo InvisibileNei primi anni Sessanta per la Casa Editrice Universo realizza moltissime vignette umoristiche per l’Albo dell’Intrepido usando lo pseudonimo Sangio. Nel ’65 riprende il personaggio a fumetti L’Uomo Invisibile per la casa editrice francese Adventures et Voyages.

Chiusa la parentesi del fumetto per bambini, western e avventuroso, a metà degli anni Sessanta il destino aspetta Angiolini per farlo contribuire decisamente alla nascita di un certo tipo di fumetto. Dal 1966 e fino alla sua scomparsa, Angiolini crea – appunto – unicamente personaggi  femminili. Nel 1966, l’imprenditore-jazzista Giorgio Cavedon e il giornalista-romanziere Renzo Barbieri fondano la Editrice Sessantasei (poi RG, dopo ancora Ediperiodici) pubblicando le prime due testate del loro gruppo, Isabella e Goldrake, alle quali si aggiungeranno in seguito Lucifera (Leone Frollo), 

Messalina (Edgardo Dell’Acqua), Jolanda (Milo Manara), Bonnie (Camillo Zuffi), Jungla (Stelio Fenzo), Hessa (Nevio Zeccara), De Sade (Studio Rosi), Belfagor (Leone Cimpellin), Zip (Mario Cubbino), Walalla (Tito Marchioro), Peter Paper (Raoul Buzzelli), Mortimer (Victor De La Fuente), Super Black (Studio Giolitti), Zordon (Bruno Marraffa), Cosmine(ancora Manara) e decine di altre testate. Angiolini inventa graficamente sia Isabella che Goldrake (testi di Cavedon e Barbieri); del primo ne disegna 119 albi oltre le covers, del secondo solo il n. 1 (poi passato a Giuseppe Montanari &Ernesto Grassani, oggi nello staff di Dylan Dog), oltre ad una cinquantina di copertine (poi passate a Carlo Jacono).

Nel 1969, Furio Viano, inizia la sua attività di editore pubblicando – fra gli altri tascabili – Genius (primo lavoro di Manara) e Vartán, entrambi ideati da Viano stesso (alle sceneggiature arrivano poi in aiuto il “noir” Mario Gomboli per il primo e il veloce Paolo Ghelardini per il secondo). Vartán viene affidata alla creazione grafica dell’esperto Angiolini, che realizza tutti i numeri arrivando a quota 200.

Nel 1972, quando Renzo Barbieri fonda per conto proprio la Edifumetto, uno dei primi a chiamare è proprio il suo amico Sandro, al quale affida alcune belle sceneggiature fra le più divertenti delle collane Fiabe ProibiteSexy FavoleFiabe Colorate. Sempre per i fumetti delle edizioni Squalo di Barbieri – oltre una versione de Il mostro di Notre Dame ristampata varie volte – crea pure le sue ultime tre eroine, Una (1976), Belzeba (1977) e La Poliziotta (1980). Fra gli assistenti di Angiolini, Franco Tarantola, scomparso in Milano nel 1985, dopo aver disegnato albi di Gordon Link.

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Il suo Stile

Lo stile inizialmente è molto classico, vicino alla tecnica di Milton Caniff, a cui inizialmente si ispirava. Angiolini evolve la tecnica e lo stile nel tempo svoltando verso una linea chiara molto marcata, più vicina al fumetto comico. I visi dei personaggi, con tratti essenziali a volte semplicistici, trovano forza nelle espressioni forti che ben accompagnano la narrazione. Maestro nella figura femminile, Angiolini disegna donne formose, ma riesce bene nel definire le forme, tanto da far sprigionare una sensualità provocante

sia, ovviamente, alle protagoniste più giovani e avvenenti, sia, certo meno facile ed indice di un’alta perizia grafica e di un forte controllo del segno, che si giova pochissimo di ombre e chiaroscuri, alle donne più attempate e ormai sfiorite, a differenza di molti disegnatori erotici, che di solito tendono a rimuovere o a rendere in mio grottesco la figura femminile non giovane, quasi a voler escludere la vecchiaia, l’età, le malattie e tutto quello che è vita vera e vissuta dalla rappresentazione del corpo. Disegnatore rapido ed abilissimo, trasformava con maestria le situazioni più innocenti in occasioni peccaminose.

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Una risposta a “SANDRO ANGIOLINI per gli “amici” SANGIO – (1920/1985)”

  1. SANGIO non era S. ANGIOlini, come alcuni credono, ma era un certo SANGIOrgi,del quale, al momento, non ricordo il nome.
    Roy

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