
Le radio libere sono le emittenti radiofoniche nate in Italia dopo la liberalizzazione dell’etere sancita dalla Corte costituzionale nel 1976. In Italia fino al 1974 i privati non potevano aprire una stazione radio. La legge riservava allo Stato l’esercizio esclusivo della radiodiffusione circolare.

Nel 1974 la Corte Costituzionale concesse ai privati la facoltà di trasmettere via cavo in ambito locale. Fu la prima storica sentenza contro il monopolio statale. La trasmissione via etere rimaneva interdetta ai privati. Però, sentendo che i tempi stavano cambiando, alcuni pensarono che prima o poi sarebbero state liberalizzate anche le trasmissioni via etere.

Senza aspettare un successivo pronunciamento, nacquero in alcune città italiane le prime radio pirata, sull’esempio del Regno Unito. La prima radio pirata in Italia fu Radio Valle Camonica, le cui trasmissioni cominciarono il 6 novembre 1974 alle ore 15:30 anche se, in realtà, la primissima radio radio libera italiana, fu Radio Sicilia Libera, fondata nel 1970 nella valle del Belice, anche se fu presto costretta a interrompere le trasmissioni.

Gli apparecchi che gli italiani avevano in casa erano in grado di ricevere sia la modulazione di ampiezza (AM) che la modulazione di frequenza (FM). Però gli italiani erano abituati ad ascoltare la sola AM. Le radio private sfruttarono le potenzialità dell’FM.

L’FM presentava pregi e difetti. Nel 1976 arrivò una seconda, decisiva, sentenza della Corte Costituzionale (n. 202 del 28 luglio 1976): venne liberalizzata la trasmissione via etere in ambito locale. Le radio libere ebbero così copertura legale; da allora poterono moltiplicarsi su tutto il territorio nazionale.

Il fenomeno fu considerato, inizialmente, più come una moda temporanea che come un’evoluzione del modo di concepire la radiofonia in Italia, ma nel tempo molte emittenti dimostrarono di poter competere qualitativamente con le emittenti pubbliche.

Le radio libere degli anni ’70 erano note anche per le dediche, una pratica molto popolare che permetteva agli ascoltatori di esprimere i propri sentimenti o di connettersi con altri tramite il mezzo radiofonico. Queste radio, spesso di natura indipendente e locale, offrivano un’alternativa alle emittenti pubbliche e si distinguevano per la loro flessibilità e attenzione alla comunità.

Le dediche erano un elemento molto amato dagli ascoltatori, che le consideravano un modo per esprimere affetto, auguri o semplicemente per connettersi con altri e spesso includevano messaggi personalizzati, spesso accompagnati da musiche scelte in base al destinatario o all’occasione.

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