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DOLCE FORNO – Harbert – (1974/1985)

Dolce Forno

La Harbert s.a.s., che malgrado il nome era un’italianissima ditta di giocattoli milanese, ebbe il pregio di inven-tare sempre giocattoli in grado di divertire con un intento didattico di fondo, sul finire degli anni ’70 diede vita ad un progetto che a partire 1980 ebbe un successo sensazionale. Il Dolce Forno.

Tributo in ricordo del Dolce Forno della Harbert SPOT DEL 1978 – Clicca Sopra

La pubblicità sul Topolino dell’epoca

Fra gli articoli più popolari del catalogo Harbert quanti sono stati bambini fra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 ricordano ancora il Dolce Gelato, una macchinetta capace di raffreddare creme emulsionate a base di latte, frutta e altri ingredienti grazie a un cilindro metallico riempito di ghiaccio e sale, e il Dolce Forno, un fornetto elettrico, il cui calore, generato da una comune lampadina a incandescenza, era in grado di cuocere piccole crostate, frollini e altri dolci del genere.

Dolce Forno

Il  Dolce Forno era un gioco improntato alla massima semplicità costruttiva e al più basso prezzo: era un giocattolo semplicissimo costruito attorno a due lampadine da 100 W, portate a 60 nel 1979 (sì, normali lampade con attacco Edison) ma reso appetibile alle bimbe dell’epoca da una disegno accattivante e da una reale funzionalità in quanto  il  calore delle lampadine  era sufficente a cuocere piccole pizzette, pasticcini e dolcetti in tutta sicurezza (o quasi!).

Uscito alla fine degli anni ’60 presentava un design (più volte rivisto fino ad oggi), come detto,  molto attraente ed era corredato  con una ciotola, due teglie che si infilavano nelle fessure poste ai lati del giocattolo,una spatola e un mattarello, oltre ad un piccolo ricettario (tutti di dimensioni lillipuziane!) e ad una chiave a brugola “da consegnare ai genitori” (come scriveva in neretto il ricettario/manuale d’uso) che dava accesso all’interno rendendo possibile la sostituzione delle lampade. Il Dolce Forno è ancora in produzione (ma non più dalla Harbert), benché riprogettato anche elettricamente per alcuni problemi di sicurezza tra l’altro esaminati nel talk show di Rai Tre “Diritto di Replica” in onda nel 1992. Non utilizza più le classiche lampade a 220 V usate in lampadari e abat-jour, ma lampadine a basso voltaggio alimentate da un trasformatore esterno.

Il libretto di istruzioni del Dolce Forno ’80

La Harbert distribuì in Italia, tra l’altro, anche  i pupazzetti di plastica snodabili ispirati alla saga lucasiana di Guerre Stellari, prodotti negli stati uniti dalla ditta Kenner e dotati di un impressionante catalogo di personaggi (praticamente ogni protagonista, alieno e creatura della trilogia originale aveva la propria figurina), mezzi, veicoli e playset. Alcuni giocattoli di questa serie come il caccia “ala-x”, i “camminatori imperiali” e il costosissimo e desideratissimo “Millenium Falcon” erano enormi e dettagliatissimi e costituiscono tutt’oggi oggetto di commercio fra appassionati collezionisti, toccando valutazioni davvero ragguardevoli. A1502

Testo tratto e modificato: http://it.wikipedia.org/wiki/Harber

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