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CAMPIONATO ITALIANO 85/86 – (Juventus)

Juventus

Il Campionato di Serie A 1985-86 fu l’ottantaquattresimo campionato di calcio italiano, il cinquantaquattresimo giocato a girone unico.

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Il campionato conobbe un finale molto avvincente: fu l’anno dell’ultimo scudetto della Juventus di Trapattoni. A Torino tirava aria di rinnovamento, e i bianconeri trovarono un’importante pedina in Michael Laudrup: grazie al danese la squadra uscì indenne dalle importanti cessioni di Paolo Rossi e di Zbigniew Boniek. Proprio i giallorossi furono tra i protagonisti della stagione e misero in scena con la Signora un’emozionante duello per il titolo.

Nella prima giornata, l’8 settembre 1985, diede i primi segni di cedimento il Verona campione uscente, che non andò oltre un risicato pareggio casalingo contro il Lecce, club all’esordio in massima serie. La partenza fu invece della Juventus, che infilò otto vittorie iniziali consecutive, eguagliando il record da lei stessa stabilito nel 1930-31 e distanziando le avversarie. La prima sconfitta arrivò il 3 novembre in casa del Napoli di Maradona, che decise la gara con uno splendido calcio di punizione a due in area, ma diede l’idea di essere un episodio a parte: la Juve riprese la sua marcia e chiuse il girone d’andata, il 22 dicembre, da campione d’inverno, con 6 punti di vantaggio proprio sul Napoli secondo in classifica, e da vincitrice della Coppa Intercontinentale, conquistata superando ai rigori l’Argentinos Juniors.

Nel girone di ritorno, però, la Juventus cominciò a zoppicare, e incappò in una serie di pareggi che avvicinarono alla vetta la Roma, guidata da un Pruzzo in gran forma: il 16 febbraio il centravanti giallorosso segnò 5 gol all’Avellino, portando i capitolini a 3 punti di distacco dalla traballante capolista, che riuscì comunque, a cavallo tra febbraio e marzo, a riportare il suo vantaggio a 5 punti. Il 16 marzo, all’Olimpico, la Roma stese la Juventus, che il 6 aprile perse anche a Firenze e vide la rivale a un solo punto di distacco: approfittando del pareggio bianconero del 13 aprile contro la Sampdoria, i giallorossi vincendo per 4-2 a Pisa dopo essere stati in svantaggio, agganciarono la capolista e guardarono con fiducia agli impegni non proibitivi delle ultime giornate. Invece il 20 aprile accadde l’incredibile: una Juventus data ormai allo sbando, distratta dai nervosismi interni allo spogliatoio e dalle voci che davano Trapattoni in partenza, batté il Milan del neo-presidente Silvio Berlusconi, mentre la favorita Roma, in un Olimpico gremito, crollò in casa davanti alla già retrocessa matricola Lecce, vittoriosa per 3-2. La compagine salentina, dopo il pareggio di Verona nella prima giornata, non aveva più ottenuto punti in trasferta prima del clamoroso successo di Roma. Proprio vincendo a Lecce la Juventus festeggiò il suo ventiduesimo scudetto, mentre una Roma amareggiata fu battuta anche da un Como ormai privo di obiettivi da raggiungere. Pruzzo, in un campionato triste per la sua squadra, diventò capocannoniere per la terza volta con 19 reti, di cui ben 17 segnate nel girone di ritorno

La messa al bando dell’Inghilterra dopo la strage dell’Heysel e i successi internazionali della Juventus avevano nel frattempo riportato la Serie A ai massimi livelli del ranking europeo, fatto che riassegnò all’Italia la totalità dei quattro posti per la partecipazione alla Coppa UEFA. La lotta in zona Uefa tornò quindi combattuta ed interessante, vedendo protagoniste le milanesi, la Fiorentina e il Torino. La peggior sorte fu quella del Milan il quale, in netto vantagio a cinque giornate dal termine ma duramente scosso dalla fuga in Sudafrica del patron Giussy Farina con conseguente rischio di fallimento, infilò una paurosa serie di quattro sconfitte ed un pareggio che costarono ai rossoneri una scottante eliminazione dal lotto delle elette: al nuovo presidente e imprenditore televisivo Silvio Berlusconi toccava il compito di risollevare un club e una tifoseria da sei anni preda di continue catastrofi sportive.

Per la prima volta, retrocessero tutte e tre le squadre provenienti dalla Serie B, ovvero Lecce, Bari e Pisa: i toscani inizialmente festeggiarono per la retrocessione a tavolino di un’Udinese declassata per una nuova indagine sul Totonero, per poi andare incontro al loro destino quando, a pochi giorni dalla pubblicazione dei calendari della stagione 1986-87, la pena da scontare per i friulani fu ridotta a una comunque pesante penalizzazione.

Classifica finale

    Classifica finale 1985-1986 Pt G V N P GF GS
1.               Juventus 45 30 18 9 3 43 17
2.     Roma 41 30 19 3 8 51 27
3.       Napoli 39 30 14 11 5 35 21
4.        Torino 33 30 11 11 8 31 26
5.                Fiorentina 33 30 10 13 7 29 23
6.     Inter 32 30 12 8 10 36 33
  7.       Milan 31 30 10 11 9 26 24
  8.             Atalanta 29 30 7 15 8 27 26
  9.     Como 29 30 7 15 8 32 32
  10.       Verona 28 30 9 10 11 31 40
  11.         Avellino 27 30 9 9 12 28 38
  12.               Sampdoria 27 30 8 11 11 27 25
  13.        Udinese 25 30 6 13 11 31 37
14.   Pisa 23 30 5 13 12 27 40
15.   Bari 22 30 5 12 13 18 31
16.    Lecce 16 30 5 6 19 23 55

Verdetti

La serie B è vinta dall’ Ascoli seguita in A dal Brescia ed Empoli in quanto il L.R. Vicenza arrivato terzo viene escluso dal campionato.

 (Clicca per ingrandire)

In serie C vincono i rispettivi gironi il Parma/Modena e Messina/Taranto.

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