Misteri D’Italia: “Suicidio” di LUIGI TENCO – (27/01/1967)

Luigi Tenco

luigi tenco morte

Luigi Tenco (Cassine, 21 marzo 1938 – Sanremo, 27 gennaio 1967) è stato un cantautore italiano o, come lui stesso amava definirsi, un compositore.

Il suo suicidio  avvenuto in un albergo di Sanremo durante l’edizione del 1967 del Festival della canzone italiana, lasciò sgomento e destò scalpore nell’ambiente musicale e nella società italiana in generale.

La morte di Luigi Tenco – Clicca Sopra

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VIDEO 3 – Dalida sul palco di Sanremo 1967 con Ciao Amore Ciao – Clicca

VIDEO 4 – Lo spettacolo deve continuare……. – Clicca 

Cronologia degli eventi 

luigi tenco e donatelle turri
Luigi Tenco con Donatella Turri nel 1962

Nel 1961 uscì il suo primo 45 giri inciso come solista e con il suo vero nome, intitolato I miei giorni perduti. Nel 1962, cominciò una breve esperienza cinematografica, con il film La cuccagna di Luciano Salce (conDonatella Turri tra gli interpreti), pellicola nella quale cantò il brano La ballata dell’eroe, composta dall’amicoFabrizio De André.

Sempre negli anni sessanta strinse un’amicizia importante con il poeta anarchico genovese Riccardo Mannerini.

Il primo 33 giri di Tenco uscì proprio quell’anno; conteneva successi quali Mi sono innamorato di te e Angela, ma anche Cara maestra che non fu ammessa all’ascolto dalla Commissione per la censura (per quest’ultimo brano fu allontanato dalle trasmissioni RAI per due anni).

Nel 1963 si ruppe l’amicizia con Gino Paoli, a causa della relazione di questi con la giovane attrice Stefania Sandrelli, che Tenco non approvava.

Nel settembre dello stesso anno le sue canzoni Io sì e Una brava ragazza furono nuovamente bloccate dalla censura. Poco prima aveva abbandonato la Dischi Ricordi per la Jolly.

Agli inizi del 1965 fa la sua seconda apparizione cinematografica, nel film musicale 008: Operazione ritmo, diTullio Piacentini, distribuito con successo in tutta Italia. Nel 1965, dopo vari rinvii che aveva ottenuto, partì per il servizio militare, che completò tuttavia in gran parte con ricoveri ospedalieri.

Luigi Tenco negli ultimi istanti di vita: scalinata Hote e sul palco di Sanremo durante l'esecuzione di Ciao amore ciao
Luigi Tenco negli ultimi istanti di vita: scalinata Hote e sul palco di Sanremo durante l’esecuzione di Ciao amore ciao

L’anno successivo stipula un contratto con la RCA Italiana ed incide Un giorno dopo l’altro, che diventa sigla dello sceneggiato televisivo Il commissario Maigret. Altri successi dell’epoca sono Lontano lontanoUno di questi giorni ti sposeròE se ci dirannoOgnuno è libero.

A Roma, conobbe la cantante italo-francese Dalida, con la quale ebbe una relazione.

Nello stesso periodo collaborò con il gruppo beat The Primitives, guidato da Mal, per i quali scrisse, in collaborazione con Sergio Bardotti, il testo italiano di due canzoni: I ain’t gonna eat my heart anymore, che diventa il grande successoYeeeeeeh!,Thunder’n lightnin, tradotta in Johnny no! e contenuta nell’album del gruppo Blow Up.

Nel 1967 si presentò (qualcuno sostenne suo malgrado) al Festival di Sanremo con la canzone Ciao amore ciao, cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti separatamente (in questo caso si trattava dello stesso Tenco e di Dalida).

Secondo alcune testimonianze pare che inizialmente Tenco, a causa della scarsa fiducia in se stesso, non apprezzasse Ciao amore ciao, ma Dalida riuscì con la sua dolcezza a convincere il cantautore a portare quella canzone al Festival.

Questo particolare lascia un velo di ironia della sorte tra il cinico e il macabro per tutto quanto avvenne dopo. Il brano di Tenco non venne apprezzato dal pubblico e non fu ammesso alla serata finale del Festival, classificandosi al dodicesimo posto nel voto popolare. Fallito anche il ripescaggio, dove fu favorita la canzone La rivoluzione di Gianni Pettenati, pare che Tenco sia stato preso dallo sconforto.

La tragica morte

luigi tenco foto morte cadavere

Rinchiusosi nella sua camera in una dependance dell’Hotel Savoy, venne successivamente trovato morto proprio dalla stessa Dalida. L’ultimo a immortalare vivo il cantante fu il fotografo e giornalista Renato Casari: questa foto è attualmente conservata nella casa del fotografo (scomparso il 17 novembre 2010 in una casa di riposo a Lecco), a Mandello del Lario. Il corpo riportava un foro di proiettile alla testa. Venne trovato un biglietto vergato a mano – che più perizie calligrafiche hanno poi consentito di attribuire allo stesso Tenco – contenente il seguente testo:

  « Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi. »

Questo fece subito pensare al suicidio come spiegazione della morte. Tanto più che Tenco aveva acquistato una pistola l’anno precedente per difesa personale. Tuttavia, per molti decenni, sono sussistiti dubbi sulle cause della sua morte: ad esempio a causa del fatto che non fu mai ritrovato il proiettile che ne causò la morte.

Per questo e per altri motivi, dopo anni di pressioni esercitate da una parte della stampa, il 12 dicembre 2005, a trentotto anni dai fatti, la procura generale di Sanremo ha disposto la riesumazione della salma per effettuare nuovi esami che, il 15 febbraio 2006 hanno confermato la tesi del suicidio, chiudendo definitivamente il caso.

Nonostante ciò, rimangono alcuni che sostengono tesi alternative al suicidio. A1178

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