FIAT 500 – la storia di un mito !

Fiat Nuova 500

fiat nuova 500

La Fiat Nuova 500, anche conosciuta come Fiat 500 o come Cinquino, è un’automobile superutilitaria della casa torinese, prodotta dal 1957 al 1975.

Ecco la Fiat Nuova 500 – Clicca Sopra

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VIDEO 4  – Il “rombo” del motore – Clicca  

VIDEO 5 – VIDEO 6 – Le “due” abarth e da 0 a 120 km – Clicca 

Fiat Nuova 500 – Il Contesto

Non appena messo in vendita, il modello “600” riscosse un successo enorme, anche grazie al diffuso ottimismo generato dal miracolo economico e al sistema rateale messo a punto dalla SAVA. Tuttavia, ancora grandi strati della popolazione italiana non avevano la potenzialità economica per acquistare un’automobile, continuando a preferire le motociclette o le neonate microvetture.

Pensando a questo enorme bacino di potenziale clientela, Vittorio Valletta aveva incaricato Dante Giacosa di realizzare, contemporaneamente alla “600”, un’automobile superutilitaria, i cui costi di acquisto, uso e manutenzione, potessero essere compatibili con il modesto bilancio delle famiglie operaie.

fiat nuova 500 prototipo
Il prototipo della Fiat Nuova 500. Si noti il padiglione posteriore più basso, per scoraggiare il trasporto di altri due passeggeri, che sarebbe andato a scapito, secondo la FIAT, del successo di vendite della coeva 600.

L’idea attorno alla quale lavorare arrivò inaspettatamente da Hans Peter Bauhof, un giovane impiegato tedesco della Deutsche-Fiat di Weinsberg che, nel 1953, inviò alla casa di Torino i disegni di una microvettura a due posti, ispirata nelle forme al celebre Maggiolino, motorizzata con un propulsore due tempi posizionato posteriormente. Giacosa esaminò il progetto di Bauhof e bocciò immediatamente il motore. Il disegno della carrozzeria, però, gli piacque e lo schema tecnico risultava perfetto per ottenere un basso costo di produzione. Vennero allestiti i primi prototipi di forma e, contemporaneamente, iniziò la progettazione del motore.

I tempi necessari per la progettazione e lo sviluppo del nuovo propulsore erano però incompatibili con l’urgenza aziendale di immettere il modello “600”, ragion per cui l’operazione ebbe qualche ritardo.

La “500 N” prima serie

Uno spot dell’epoca per la FIAT NUOVA 500 N del 1957 

Il 1º luglio 1957, la “Nuova 500” venne mostrata in anteprima al Presidente del Consiglio Adone Zoli, nei giardini del Viminale. Il 2 luglio la vettura fu presentata ufficialmente presso il circolo Sporting di Torino, tradizionale cornice in cui la FIAT presentava le sue novità.

Il nome di Fiat Nuova 500 fu scelto per sottolineare la discendenza e la comunanza alla 500 “Topolino”, quale automobile di minor costo della gamma Fiat, fissato a 490.000 lire, pari a circa 13 stipendi di un operaio. L’allestimento di questa prima serie era davvero spartano anche per l’epoca, e mancavano soprattutto le cromature, tanto amate dagli italiani in quegli anni. I cerchi delle ruote, in lamiera color giallo crema, fissati con quattro bulloni a vista, erano stati appositamente concepiti per escludere la necessità di usare le coppe alle ruote, che tra l’altro montano pneumatici di 12 pollici, fino a quel momento mai prodotti.

FIAT 500 PRIMA SERIE
Una delle prime Fiat 500 in bella mostra di sé al Motorshow di Bologna del 2006

Mancavano anche le levette del devioluci e delle frecce sul piantone dello sterzo, le luci si comandavano interamente con la chiave di accensione modello Bosch a sei posizioni (solo luci di posizione, neutra, marcia a luci spente, marcia con posizioni, marcia con anabbaglianti, marcia con abbaglianti), le frecce con una levetta trasparente che incorporava la spia di funzionamento posizionata al centro della plancia poco sopra la chiave. I vetri erano fissi tranne i due deflettori laterali apribili a compasso, senza fermo, che, a piena apertura, disturbavano l’azione delle mani sul volante.

L’accoglienza del pubblico è tuttavia piuttosto tiepida rispetto alle previsioni, se non addirittura fredda poiché, come diceva il pubblico dell’epoca a cui la vettura era indirizzata, «nessuno torna indietro».

fiat 500 n cruscotto

La nuova piccola vettura appare troppo spartana agli occhi dei più, ormai usi alla vista delle luccicanti cromature che adornano le altre automobili. Il cliente-tipo ipotizzato dall’azienda è il vecchio proprietario di “Topolino” e chi usa piccole motociclette per gli spostamenti quotidiani, tanto che nella parata inaugurale partita dagli stabilimenti Mirafiori le nuove 500 sfilano davanti a una Gilera Saturno del 1956 con marmitta Abarth, motocicletta assai famosa in quegli anni e di prezzo paragonabile. 

A partire dal novembre 1957 la Nuova 500 viene quindi commercializzata in due versioni: Economica (quella della presentazione, venduta a 465.000 lire anziché 490.000) e Normale, con l’allestimento migliorato descritto sopra (venduta a 490.000 lire). Caso unico nella storia dell’automobile, i proprietari delle Nuova 500 Economica vendute prima del lancio della Normale, ricevono la differenza di 25.000 lire tramite assegno e vengono invitati presso le Stazioni di Servizio autorizzate FIAT per l’aggiornamento gratuito del motore.

La “500 N Economica”

La spartana Nuova 500 presentata in luglio, nel novembre del medesimo anno, per il Salone di Torino subisce alcune modifiche: prima fra tutte il nome, che diventa “Fiat Nuova 500 Economica”. È quasi identica alla prima serie, ma il motore sviluppa 15 cv a 4 200 giri/min e presenta alcuni piccoli dettagli rivisti, tra i quali il fermo di apertura per i deflettori e i finestrini discendenti. Raggiunge i 90 km/h.

  • Codice telaio: Fiat 110 berlina 500
  • Codice motore: 110.000

 La “500 N Normale”

Frutto dello sdoppiamento della gamma per aumentare la richiesta dal pubblico, viene presentata al salone di Torino.

Equipaggiata con il 479 cm³ da 15 CV a 4000 giri, tocca i 90 km orari. La dotazione di serie è ora più ricca e offre fari anteriori con cornici cromate, alette parasole, profili in alluminio sul cofano anteriore e modanature sulle fiancate, coppe cromate copricerchi, finestrini anteriori discendenti, deflettori con il fermo d’apertura, sedile posteriore imbottito, comandi delle frecce e delle luci a levetta sul piantone dello sterzo, al posto del deviatore per le frecce a centro plancia viene messa la relativa spia. Compare la scritta identificativa “Nuova 500” sul cofano posteriore. Il prezzo è fissato ancora alle 490.000 lire della prima serie ma l’allestimento è ora più completo.

Con questa vettura inizia il boom della 500 che culminerà negli anni sessanta con le versioni D e F. La piccola automobile piace, le vendite salgono con rapidità e diviene un fenomeno sociale al pari della 600 o forse più. C’è chi l’acquista perché non può permettersi altro, e c’è chi la compra perché può permettersi tutto.

  • Codice telaio: Fiat 110
  • Codice motore: 110.000

La “500 Sport”

Per migliorare le vendite, fino ad allora un po’ stagnanti, della Nuova 500, nel 1958 per offrire una vettura con più brio agli appassionati viene lanciata la Nuova 500 Sport, nelle versioni “Berlina” e “Berlina Tetto Apribile”[3]. Quest’ultima è la prima 500 a montare il mezzo tetto in tela, adottato poi a partire dalla Nuova 500 Tetto Apribile. Le modifiche sono numerose e riguardano motore e carrozzeria. La Sport si riconosce subito per il tetto in metallo rigido, percorso da nervature e la caratteristica livrea bicolore bianca con la fascia rossa che percorre l’intera fiancata all’altezza della linea di cintura e cerchi rossi. Il motore vede aumentare la cilindrata che passa da 479 cm³ a 499,5 cm³, nuovo albero a camme in acciaio con diversa fasatura, condotti di aspirazione lucidati, molle delle valvole rinforzate, rapporto di compressione aumentato; monta carburatore Weber 26 IMB2 con getto principale e tubo di Venturi di diametri lievemente maggiori.

fiat 500 sport 1958

La potenza sale a 21,5 cv e la velocità massima supera i 105 km/h, grazie anche a un diverso rapporto al ponte 8/39, adottato in seguito anche sulla 500 R. Questo motore sarà in seguito adottato, un po’ rivisto e addolcito, anche sulle versioni D, F, L e sulla Autobianchi Bianchina Special. Il prezzo è fissato a 560 000 lire. Poco dopo viene allestita anche in versione tetto apribile, con la capote ridotta e i cerchi color argento. Il prezzo è inferiore alla versione tetto rigido, solo 495.000 lire, perché in quegli anni il costo di produzione delle automobili era legato quasi solo alla quantità di lamiera utilizzata. All’interno la Nuova 500 Sport differiva dalle altre versioni solo per il cruscotto. Era infatti uguale nella forma, ma con scala 0-20-40-60-80-100-120 km/h e circolini rossi dei limiti di velocità posti a 30, 50 e 75 km/h, a causa del rapporto al ponte più lungo. Questa scala tachimetrica sarà riutilizzata anche sulla 500 R, che monterà lo stesso cruscotto (forma identica ma di colore nero), in quanto aveva lo stesso rapporto al ponte.

fiat_500_sport_1958_scheda

Già nei primi mesi dopo il lancio iniziano i primi riscontri sportivi: la 500 Sport vince molte gare, tra cui la famosa 12 Ore di Hockenheim del 1958 dove si classifica ai primi quattro posti nella categoria fino a 500 cm³, e accresce l’interesse del pubblico verso l’intera gamma come sperato dall’azienda.

  • Numero di esemplari prodotti: sconosciuto, avendo il numero di serie in comune con le altre versioni
  • Codice telaio: Fiat 110 Berlina 500
  • Codice motore: 110.004

Nel 1959 la 500 viene omologata per quattro posti veri e presentata al salone di Ginevra in due nuovi modelli: la Nuova 500 Trasformabile, che presenta ancora l’allestimento della Economica e la capote fino al cofano motore e la Nuova 500 Tetto apribile, che riprende l’allestimento della Normale e il mezzo tetto apribile della Sport. Finalmente il pianale viene modificato sotto ai sedili anteriori, dove vengono ricavati i pozzetti per i piedi degli occupanti posteriori, viene montato un sedile posteriore imbottito e viene omologata per 4 persone. Conseguentemente alla maggiore portata, il retrotreno viene irrobustito. Il motore è rivisto e la potenza sale a 16,5 cv, la velocità massima raggiunge i 95 km/h.

  • Codice telaio: Fiat 110 Berlina 500
  • Codice motore: 110.000

 La “500 Giardiniera (G)” e “Commerciale”

Il 1960 è un anno ricco di novità per l’intera gamma e vede la nascita della Giardiniera e della versione D. Già da qualche tempo si avvertiva la mancanza della vecchia Topolino belvedere, ciò che oggi chiameremmo station wagon o familiare. Il problema è serio perché l’ingombro del motore impedisce la costruzione di un vano di carico allungato. Ancora una volta il genio del progettista, Dante Giacosa, escogita una soluzione di grande interesse tecnico: il motore a sogliola, che può essere alloggiato interamente sotto il pianale di carico. Nel maggio del 1960 nascono così le versioni “Giardiniera” e “Commerciale“, quest’ultima caratterizzata dall’assenza di superfici vetrate posteriori, anche denominata “Furgoncino“.

In sostanza i cilindri vengono abbattuti di lato e resi orizzontali, il convogliatore dell’aria viene modificato per avvolgere il nuovo propulsore e la ventola centrifuga è rimpiazzata da una ventola radiale. La presa d’aria è sostituita da due prese d’aria a colonna incorporate nei montanti posteriori. La cilindrata è la stessa del motore che equipaggia la 500 Sport, però potenza ed erogazione vengono ingentilite per adattarsi al diverso impiego. Il propulsore eroga 17,5 cv e la vettura raggiunge i 95 km/h.

FIAT GIARDINERA DIETRO

Questo motore venne utilizzato anche sulla Autobianchi Bianchina Panoramica, che si affianca alla 500 Giardiniera rivolgendosi però ad un pubblico alla ricerca di vetture più ricercate ed eleganti.

La carrozzeria è rivista radicalmente. La nuova versione adotta la stessa della berlina fino al termine delle portiere anteriori, quindi anch’esse con apertura controvento, e si allunga poi verso il posteriore con forma più squadrata. La coda è del tutto nuova e squadrata, al posto del cofano motore c’è il portellone posteriore incernierato di lato e apribile come una portiera. Il passo si allunga di 10 cm. I finestrini posteriori sono rettangolari e scorrevoli. I fanalini hanno la parte superiore a goccia, la luce della targa è diversa. Il tetto è rigido solo in parte e ricompare una capotte molto allungata. Sospensioni e impianto frenante sono irrobustiti per via del maggior peso e del carico trasportabile, ceppi e tamburi derivano da quelli usati sulla 600. Lo schienale del sedile posteriore è abbattibile per formare un lungo vano di carico, inizialmente non piano per via dell’angolo residuo; in seguito fu reso del tutto piano grazie alla più sottile imbottitura adottata per lo schienale.

 La “500 D”

Una Fiat Nuova 500 D del 1963. Sono ben visibili le portiere incernierate ancora dietro, le coppe e le modanature lungo le fiancate in alluminio lucidato, il tetto posteriore in lamiera e imbullonato, per consentirne la rimozione e la sostituzione con il telo capote lungo, tipo 500 N. Sulla carta di circolazione, infatti, la 500 D riporta la dicitura “trasformabile”.

Nell’ottobre del 1960, poco dopo la Giardiniera, viene presentata una versione molto rinnovata della berlina, la Nuova 500 D. Sostituisce tutti i modelli precedenti, compresa la Sport. Da ora non esistono più le varianti tetto apribile e trasformabile; tutto è unificato nella nuova versione D che, con la Giardiniera, costituisce la gamma 1960 della Fiat Nuova 500. 

fiat nuova 500 brochure originale anni 60
Uno tra i più famosi cartelloni pubblicitari dell’epoca per la Fiat 500 D

Deriva in modo diretto dalla 500 tetto apribile di cui accoglie le ultime innovazioni del 1959 ma adotta il propulsore di 499,5 cm³ della 500 Sport, ingentilito nell’erogazione e nella potenza massima per erogare 17,5 cv a 4400 giri al minuto anziché i 21 cv originali, tramite anche l’adozione di un diverso carburatore (Weber 24IMB) per ridurre le emissioni. È omologata per quattro persone. L’allestimento di serie si arricchisce di qualche dettaglio. Come optional sono ancora disponibili gli pneumatici a fianchi bianchi e l’autoradio. La velocità massima raggiunge i 95 km/h, come la Giardiniera.

Nel corso del 1961 vengono offerte di serie le alette parasole imbottite, il posacenere al centro della plancia, il lavavetro manuale a pompetta, la luce di cortesia ad accensione automatica comandata dalla portiera lato guida. Nel 1964 i tergicristalli divengono a ritorno automatico, le modanature sulle fiancate all’altezza delle maniglie diventano un po’ più corte nella parte posteriore e la balestra anteriore è a sei lame invece di cinque.

FIAT 500 D CLACSON
Il servoclacson, ideato dai Fratelli Vitaloni di Torino e applicato sul volante di una Fiat 500 D del 1964 

Accessori dell’epoca, diffusi e prodotti anche al di fuori della FIAT, erano: il servoclacson o anello clacson, prodotto dai Fratelli Vitaloni di Torino (per consentire un più agevole uso del segnalatore acustico senza staccare le mani dalla corona del volante); il coprivolante in vinilpelle, tipico accessorio presente in numerose auto, per facilitare la presa della corona nella guida; l’aletta parasole con specchietto incorporato nel lato passeggero; le maniglie passeggero stile Giardiniera; il fregio per il piano del cruscotto con scritta “FIAT NUOVA 500” in oro su fondo panna, oppure con scritta “cinquecento” e maniglia di plastica per il passeggero anteriore; i tappetini in gomma di vari colori (rosso, nero, ocra, avana, grigio, verde, azzurro) e in diversi pezzi (da 2 a 6); la mascherina anteriore interamente in alluminio o in plastica ma con i baffi in alluminio.

  • Codice telaio: Fiat 110 D Berlina 500
  • Codice motore: 110 D 000

Da essa la Moretti ricavò la splendida 500 Coupé, prodotta in 25 000 esemplari.

 La “500 F”

 

La fiancata di una Fiat Nuova 500 F del 1966, in cui sono visibili le modifiche e le semplificazioni estetiche rispetto al precedente modello D: cerniere delle porte controvento; modanature d’alluminio assenti; nuove maniglie esterne a pulsante; parabrezza più alto e ampio; tetto posteriore integrato nello stampo del padiglione. Rimangono le molure cromate sotto gli sportelli e le coppe di vecchio disegno, anche se in metallo e non più in alluminio lucidato. 

La scritta identificativa posteriore di una FIAT 500 F delle prime serie. In seguito sarà sostituita da una targhetta a barre orizzontali sovrapposte con la scritta “Fiat 500” e l’aggiunta di una “L” finale per il modello Lusso che l’affiancherà a partire dall’agosto del 1968.

Nel 1965 viene presentata la Nuova 500 F, erede della “D”, destinata a divenire negli anni la versione con il maggior numero di unità costruite. Le novità sono soprattutto estetiche: la più evidente l’inversione nell’apertura delle portiere; in quell’anno infatti il Codice della Strada impose per tutti i modelli l’incernieratura delle porte anteriore, per una maggiore sicurezza. La Fiat adeguò quindi anche la 500 berlina, ma non la Giardiniera, che mantenne l’apertura invariata per tutta la produzione (fino al 1977), in quanto il Codice prevedeva una deroga per i veicoli commerciali. È anche l’inizio dell’era della plastica, che sostituisce numerose parti in lamiera e metallo.

La carrozzeria è rivista molto più di quanto non sembri per la sola inversione delle porte. In pratica rimangono della scocca della 500 D solo il cofano e la parte frontale.

Cambiano anche altri dettagli importanti: il parabrezza è più ampio e offre maggiore visibilità; il tetto è costruito in pezzo unico con i montanti e non più imbullonato alle colonne; il fregio frontale della mascherina è realizzato in un unico pezzo di plastica e non ha più i baffi in alluminio separati; le maniglie delle portiere sono cromate e la loro forma è adatta al nuovo tipo di apertura; i copricerchi (o coppe) sono in acciaio e non più in alluminio lucidato; i fari anteriori hanno le cornicette in metallo cromato anziché in alluminio e adottano proiettori a fascio asimmetrico; vengono eliminati il profilo in alluminio sul cofano anteriore e le modanature sulle fiancate; i tre interruttori della plancia (luci, illuminazione quadro, tergicristallo) sono allineati lungo il cruscotto. Dal marzo 1966 la marmitta non è più a bussolotto come sulla D, ma a semigusci sovrapposti (riconoscibile per le estremità arrotondate) e la luce della targa viene realizzata in plastica e non più in alluminio lucidato.

  • Codice telaio: Fiat 110 F Berlina 500
  • Codice motore: 110 F 000

 La “500 L”

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Cambiano i tempi. La FIAT, visto il successo della 500 F, decide di apportare delle sostanziali modifiche estetiche alla piccola vettura, per renderla più rifinita e “lussuosa”. Nasce allora, nell’agosto 1968, la 500 L. La differenza più evidente è l’adozione di tubi cromati di rinforzo ai paraurti (il c.d. sistema “ercolino”), per offrire, alla vettura più piccola d’Italia, maggiore protezione nei parcheggi o nel traffico urbano.

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All’esterno, oltre i rinforzi tubolari dei paraurti, le modifiche riguardano: tergicristalli, innestati a pressione e non più avvitati (saranno montati poi anche sulla successive serie della F che resta in produzione affiancata dalla L); fregio con i baffi sostituito dal più moderno stemma Fiat rettangolare; come nella F, clacson spostato più in basso, al supporto della balestra; targhetta identificativa con la scritta “Fiat 500 L” su due barre sovrapposte; coppe delle ruote meno bombate e di nuovo disegno più squadrato; cornici cromate al parabrezza, al lunotto (nelle guarnizioni nere) e sui gocciolatoi laterali.

Gli interni della FIAT 500 L. Si notino la moquette, il volante a razze, il cruscotto rettangolare tipo 850 e la plancia rivestita in plastica nera.

All’interno la 500 L smentisce la leggendaria spartanità della 500 F e dei modelli precedenti con varie rifiniture: sedili reclinabili (offerti dal ’70 come optional anche sulla F) e con un disegno nuovo a righe; rivestimento del pavimento in moquette; plancia ricoperta da plastica nera; nuovo cruscotto con indicatore carburante, identico a quello della 850, ma di colore nero anziché beige (questa modifica, al tempo tanto apprezzata, oggi, invece, non è tanto ben vista, in quanto snatura le forme tondeggianti e “liquide” della 500); volante a razze nero con logo rosso FIAT nel pulsante clacson; levette di apertura delle porte di nuovo design e spostate nella parte inferiore; nuove manovelle degli alzacristalli; comode tasche portaoggetti in plastica nera inserite sui due pannelli anteriori degli sportelli; tunnel centrale rivestito in plastica nera e dotato di una vaschetta portaoggetti davanti alla leva del cambio.

  • Prezzo di listino nel settembre 1968: 525.000 lire
  • Codice telaio: Fiat 110 F/L Berlina 500
  • Codice motore: 110 F 000

 La “500 R”

Gli interni di una Fiat Nuova 500 R del 1972. Sono visibili il cruscotto e il volante tipo F, ma di colore nero, nonché la nuova disposizione degli interruttori sulla plancia, con la soppressione di quello realativo alla luce del quadro, ora integrato nell’interruttore che attiva le luci di posizione.

Nel 1972 viene presentata al salone di Torino l’ultima versione, destinata a chiudere la longeva e intramontabile gamma delle 500: la 500 R, ossia “Rinnovata”. Contemporaneamente è presentata anche la Fiat 126. Il nuovo modello Sostituisce le versioni F e L, che escono di produzione, e riprende i canoni delle prime 500: semplificazione e spartanità. Il motore però è quello impiegato sulla 126 prima serie: il bicilindrico delle F e L con cilindrata aumentata a 594 centimetri cubici.

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Sulla nuova 126 eroga 23 cavalli a 4 800 giri, sulla 500 R la potenza rimane quella delle precedenti versioni: 18 cavalli (a 4000 giri anziché 4 400) e la coppia aumenta leggermente. Viene montato il rapporto al ponte più lungo (8/39) della Nuova 500 Sport, e unitamente al lievissimo aumento di coppia, la 500 R raggiunge finalmente i 100 km/h. Le caratteristiche all’esterno sono: soppressione di tutte le cromature (anche nei sottoporta); targhetta “Fiat 500” a barre sovrapposte sul cofano posteriore; cerchi ruote in lamiera stampata della 126, che, per la loro forma, non necessitano di coppe cromate; fregio Fiat a losanga sul frontale.

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All’interno invece sono evidenti: cruscotto tipo F ma di colore nero e con scala tachimetrica della Nuova 500 Sport, con circolini rossi delle velocità massime posti a 30, 45 e 75 km/h, in virtù delle marce più lunghe; volante tipo F ma nero; sulla plancia spie indicatori di direzione (a sinistra del cruscotto) e proiettori a piena luce (a destra), interruttore luci, commutatore d’accensione e interruttore tergicristallo: scompare così l’interruttore della luce del cruscotto, che ora si accende automaticamente con le luci di posizione; soppressione di tutte le rifiniture della L: plastica alla plancia, moquette, tasche alle portiere, portaoggetti sul tunnel, etc.; divanetto posteriore di nuovo fisso; sedili non più reclinabili e rivestiti di vinilpelle in tinta unita, senza nessuna cucitura. Tra gli optional rimangono solo gli pneumatici radiali, i sedili in panno e l’antifurto-bloccasterzo.  L’ultimo esemplare esce proprio dalla Sicilfiat di Termini Imerese il 1º agosto 1975.

  • Prezzo di listino nel novembre 1972: 660.000 lire.
  • Codice telaio: Fiat 110 F II Berlina 500
  • Codice motore: 126 A5 000

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La Produzione FIAT

La produzione dal 1971 avviene non solo a Torino ma anche a Desio nello stabilimento dell’Autobianchi per la 500 Giardinetta e in Sicilia a Termini Imerese in provincia di Palermo. In seguito viene spostata interamente nello stabilimento siciliano. Esce di produzione il 1º agosto del 1975, dopo ben 18 anni dal lancio della prima serie del 1957; l’ultimo esemplare costruito porta il numero di telaio 5.231.518.

Gli esemplari costruiti dal 1957 al 1975 sono:

  • 500 berlina
    • 3 893 294 esemplari con marchio Fiat
    • 57 871 esemplari dalla Steyr-Daimler-Puch licenziataria austriaca;
    • 6 190 esemplari circa prodotti dalla Fiat Neckar dal 1959 al 1963, filiale tedesca (numero non ufficiale);
    • 5 000 esemplari circa prodotti dalla VW Motors, filiale neozelandese dal 1959 al 1969 (numero non ufficiale);
  • 500 Giardiniera: 327 000 unicamente in Italia con marchio Fiat e Autobianchi.

per un totale complessivo di oltre 4 250 000 esemplari.

Le Derivate

Una Fiat 500 Vignale Gamine del 1971

La Nuova 500 è stata oggetto di tante versioni “speciali”, ovvero versioni costruite in piccola serie, destinate alla nascente categoria delle “automobiliste”, oppure ad esaudire una richiesta elitaria e, fino ad allora, inimmaginabile: la seconda macchina.

Alcune versioni erano caratterizzate da modifiche apportate soprattutto alla meccanica. Allestite dai preparatori, in particolare Abarth e Giannini, entrarono subito nel mito e furono vittoriose in molte competizioni.

Accanto alle versioni più sportive ci furono altre versioni meno note al grande pubblico e che costituiscono oggi, come al momento della loro presentazione, vere rarità, sia a causa del loro prezzo troppo elitario.

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Fiat 500 Lucertola del 1964

 

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Fiat 500 Ghia Jolly

 

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Fiat 500 My Car Francis Lombardi

 

Fiat 500 Abarth

La Nuova 500 venne elaborata nella meccanica dalla Abarth di Torino. Le versioni elaborate si prestavano all’uso su strada e su pista, dove furono vittoriose in diverse competizioni. ( 3set18 )

Fiat 500 Giannini

Nel 1963 il costruttore romano Giannini iniziò la personalizzazione della piccola di casa Fiat, diventando il massimo concorrente dell’Abarth.

Testo tratto e modificato:  http://it.wikipedia.org/wiki/Fiat_Nuova_500

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