Rudolf Chametovič Nuriev Irkutsk, 17 marzo 1938 – Parigi, 6 gennaio 1993) è stato un ballerino, coreografo e direttore d’orchestra russo naturalizzato austriaco, internazionalmente noto come Rudolf Nureyev, ritenuto da numerosi critici (tra cui Clement Crisp, Sylvie de Naussac ed altri) uno tra i più grandi danzatori del XX secolo insieme a Nižinskij e Baryšnikov.
Per la sua velocità e la propensione all’acrobazia fu soprannominato “il tartaro volante”. La sua attività come ballerino e coreografo non fu soltanto importante per l’abilità tecnica ma si rivelò innovativa accrescendo l’importanza dei ruoli maschili che, a partire dalle sue produzioni, vennero sviluppati con maggiore considerazione per la coreografia rispetto al passato. Nureyev fu precursore assoluto del nuovo approccio che abbatteva il confine tra balletto classico e danza moderna e che era destinato a divenire la norma in anni successivi.
Il suo esordio con la compagnia fu in Laurencia, al fianco della celebre Natalija Dudinskaja e ben presto egli divenne uno dei ballerini più noti in Unione Sovietica, partecipando a tournée in tutto il Paese danzando per ruoli del repertorio classico e romantico come Il lago dei cigni e Giselle, che interpretò per la prima volta nel 1959.
Con la compagnia del Teatro Kirov Nureev ebbe occasione di lavorare con le maggiori ballerine sovietiche del tempo fra cui: Alla Šelest, Irina Kolpakova, Alla Sizova ma ebbe anche il raro privilegio di poter viaggiare al di fuori dei confini sovietici. Si esibì per la prima volta oltre confine a Vienna all’International Youth Festival, tuttavia al suo rientro gli fu revocato il permesso di espatriare per motivi disciplinari e fu costretto a partecipare nuovamente a tournée del Kirov nel solo territorio sovietico.
Nel 1961 la sua sorte cambiò. Il primo ballerino del Kirov, Konstantin Sergeev, si infortunò e all’ultimo momento a Nureev fu concesso di sostituirlo in un’esibizione programmata all’Opéra di Parigi. La sua esecuzione fu un grande successo e sorprese sia il pubblico sia la critica tanto da organizzare delle repliche dello spettacolo anche a Londra e da li in poi iniziò il suo grande successo in tutto il mondo.
Dalla seconda metà degli anni ottanta, ebbe inizio l’inevitabile declino della straordinaria potenza fisica di Nureev. Quando l’AIDS fece la sua drammatica comparsa intorno al 1982 Nureev vi prestò poca attenzione, come del resto in molti fecero nei primi tempi di diffusione di questa malattia. Probabilmente egli contrasse l’HIV proprio intorno a quegli anni, tuttavia per i primi tempi Nureev negò che ci fosse qualcosa di anomalo riguardo alla sua salute e affermò semplicemente di soffrire di altre differenti malattie, pertanto rifiutò qualsiasi approfondimento clinico e specifica terapia che fossero disponibili ai tempo.
Nel 1991, quando la patologia divenne evidente e conclamata, la perdita della prestanza fisica e il decadimento colpirono molto Nureev che, negli ultimi mesi, dovette rassegnarsi all’evidenza e al fatto che stesse lentamente morendo. Benché la sua salute fosse ormai compromessa continuò a lottare contro l’impietoso decorso della sua malattia, a viaggiare e lavorare senza sosta per portare in scena nuove versioni di balletti e commissionando alcuni dei più coreografici spettacoli del suo tempo;
Il 20 novembre 1992 Rudol’f Nureev venne nuovamente ricoverato all’ospedale Nôtre Dame du Perpétuel Secours a Levallois-Perret, a nord di Parigi, per ulteriori complicazioni, ma morì poco più di un mese dopo, il 6 gennaio 1993, per una crisi cardio-respiratoria, assistito da Robert Tracy e dal suo manager e fisioterapista Luigi Pignotti.
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