PROGRAMMA VIKING – Alla scoperta di Marte – (1975/1976)

PROGRAMMA VIKING

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La partenza e le prime bellissime immagini da Marte – Clicca Sopra

VIDEO 2 – Ancora su Marte – Clicca  

La missione Viking era costituita da due sonde, la Viking 1 e la Viking 2, ognuna delle quali costituita da un modulo orbitante (orbiter) e un modulo di atterraggio (lander). Gli obiettivi primari della missione erano:

  • ottenere immagini ad alta risoluzione di Marte
  • caratterizzare la struttura e la composizione dell’atmosfera e della superficie
  • ricercare tracce di vita aliena

Viking 1

Il Viking 1 fu lanciato il 20 agosto 1975 da Cape Canaveral e giunse su Marte circa 10 mesi più tardi, il 19 giugno 1976. Durante il primo mese di permanenza in orbita, la sonda riprese numerosissime immagini della superficie marziana, alla ricerca di un luogo adatto per l’atterraggio. Il 20 luglio il lander del Viking 1 si staccò dall’orbiter e atterrò sulla superficie di Marte, in Chryse Planitia, a 22,3° latitudine nord e 48,0° Longitudine est, un luogo vicino a quello originariamente programmato come destinazione, ma giudicato non adatto dopo lo studio effettuato sulle immagini ricevute dall’orbiter.

   Viking prototipo

Il lander era stato precedentemente sterilizzato in modo accurato durante l’assemblaggio sulla Terra, allo scopo di evitare qualunque possibile forma di contaminazione del suolo marziano.

La durata prevista della missione era di 90 giorni a partire dal momento dell’atterraggio, ma sia il lander che l’orbiter continuarono ad operare ben oltre i termini previsti. L’orbiter continuò a funzionare per ben 4 anni oltre il termine previsto per la missione Viking 1, inviando, insieme alla sonda gemella Viking 2, più di 1400 immagini del pianeta, con risoluzione compresa tra 300 e 150 metri e, in alcune particolari regioni, addirittura di 8 metri per pixel.

La missione principale del progetto Viking terminò il 15 novembre 1976, 11 giorni prima della congiunzione di Marte (il suo passaggio dietro al Sole). Dopo la congiunzione, a metà dicembre del 1976, i tecnici a Terra ristabilirono i contatti di telemetria e di comando, ed ebbero inizio le operazioni relative alla missione estesa. L’orbiter rimase operativo fino al 7 agosto 1980, quando, dopo aver compiuto 1489 orbite intorno a Marte, esaurì il carburante necessario a mantenere i suoi pannelli solari orientati verso il Sole, e fu quindi spento da Terra. Le trasmissioni del lander cessarono invece l’11 novembre 1982, nonostante i ripetuti tentativi da Terra di ristabilire le comunicazioni, continuati per 6 mesi e mezzo.

La missione fu definitivamente dichiarata terminata il 21 maggio 1983, più di 6 anni e mezzo dopo la data prevista inizialmente dai progettisti.

La Missione

Alba marziana ripresa dal Viking 1

Il lander del Viking 1 conteneva diverse apparecchiature scientifiche, tra le quali un sismometro, che però, a differenza di quello montato sulla sonda gemella Viking 2, non funzionò. Tuttavia, quello installato sulla seconda sonda rivelò solo un singolo evento di probabile origine sismica durante tutta la durata della missione.

I tre esperimenti di biologia rivelarono reazioni chimiche strane e inattese sulla superficie marziana, ma non diedero chiara dimostrazione dell’esistenza di microorganismi nel terreno circostante al lander.

Secondo gli scienziati, al momento attuale non può esistere vita sulla superficie di Marte, a causa della combinazione di irradiazione ultravioletta, assenza di acqua e natura ossidante del suolo, ma resta aperta la questione sulla possibilità di esistenza di forme di vita su Marte in epoche passate.

I gascromatografi e gli spettrometri di massa installati su entrambi i lander non trovarono traccia della presenza di reazioni chimiche di tipo organico, ma fornirono preziosissimi dati relativi alla composizione del suolo e dell’atmosfera marziana.

programma viking immagine faccia marteImmagine riprese dall’orbiter del Viking 1, si noti la famosa faccia marziana

Le apparecchiature a bordo del lander erano alimentate da un generatore termoelettrico a radioisotopi che forniva 70 watt di potenza, che dovevano essere opportunamente amministrati per garantire, oltre al funzionamento degli apparati elettronici, anche il mantenimento della giusta temperatura, per garantire la conservazione e il funzionamento di tutto il sistema.

Le temperature nel luogo di atterraggio del Viking 1, situato nella zona “tropicale”, variavano tra -14 °C il giorno e -77 °C la notte, mentre nel sito del Viking 2, in zona temperata, variavano tra 4 °C e -120 °C.

La pressione dell’aria, molto variabile nell’arco della giornata a causa della sublimazione e ricondensazione continua delle calotte polari, variava tra 6,8 e 9,0 millibar nel sito del Viking 1, e tra 7,3 e 10,8 in quello del Viking 2. Per confronto, sulla Terra al livello del mare la pressione è di 1000 millibar.

 

faccia_marte_viking

Testo tratto e modificato: http://it.wikipedia.org/wiki/Viking

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