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Le materie del passato: STENOGRAFIA

STENOGRAFIA

La stenografia è un metodo di scrittura veloce tachigrafico, che impiega segni, abbreviazioni o simboli per rappresentare lettere, suoni, parole o frasi. Nacque allo scopo di poter scrivere alla velocità con la quale si parla per fissare immediatamente su carta tutte le informazioni ascoltate.

Stenografia – Storia

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La stenografia era probabilmente già utilizzata nell’antica Grecia ai tempi di Senofonte. Mentre è ampiamente attestato il suo impiego da parte dei Romani. Marco Tullio Tirone, il segretario di Cicerone, per trascrivere i discorsi di quest’ultimo aveva infatti inventato quelle che poi furono chiamate Notae Tironianae, un sistema di circa 4000 simboli che sostituivano le radici verbali o le loro lettere finali. Questo sistema fu poi adottato per diversi secoli finché, dopo l’XI secolo, cadde quasi completamente nell’oblio.

La stenografia moderna ha inizio verso la fine del XVI secolo e si sviluppa per circa due secoli, soprattutto in Inghilterra, con l’invenzione di diversi linguaggi a base geometrica: in particolare il sistema Taylor, adattato all’italiano da Emilio Amanti, ma perfezionato da Filippo Delpino, che lo rese il primo sistema largamente impiegato in Italia, pur con i suoi difetti peraltro ereditati dal sistema inglese di origine; seguìto dal più efficiente sistema Pitman, adattato anch’esso all’italiano da Giuseppe Francini e, a Malta, da Peter Paul De Cesare.

In tempi più recenti ha avuto grande diffusione il sistema inventato dal tedesco Franz Xaver Gabelsberger nel 1834. Tale sistema si basa su tre principi: grafico, fonetico e linguistico-etimologico e si ispira al corsivismo. Fu rapidamente adattato a molte lingue, tra cui l’italiano (nel 1863 da Enrico Carlo Noë). Il sistema si divide in tre parti: la prima riguarda la formazione delle parole; la seconda tratta dell’abbreviazione delle parole; la terza, denominata Abbreviazione logica del periodo, consente la maggiore sintesi grafico-concettuale.

Altri sistemi, detti “di Stato” perché, parimenti al sistema Gabelsberger-Noë, sono ammessi al pubblico insegnamento, sono il Meschini (di Erminio Meschini), il Cima (di Giovanni Vincenzo Cima) e lo Stenital Mosciaro (di Abramo Mòsciaro). Anche il Pitman-Francini ebbe in passato un riconoscimento ufficiale. In Alto Adige si insegnò anche la Stenografia Unitaria Tedesca (Deutsche Einheitskurzschrift); tanto per il tedesco, quanto per l’italiano nell’adattamento di Margarethe Kindl.

Esistono molti altri sistemi stenografici i quali, però, non hanno avuto significativa diffusione; oppure il loro impiego è stato temporaneo.

Per interessamento di Cavour, la resocontazione stenografica fu introdotta nel 1848 nel Parlamento Subalpino. In Italia la stenografia è stata utilizzata fino al 2000 nel campo della resocontazione parlamentare per verbalizzare le Assemblee della Camera dei deputati (in cui il resoconto sommario vi è dal 1879), mentre al Senato della Repubblica si utilizza la stenotipia (in cui il resoconto sommario vi è dal 1882). Oltre al resoconto sommario, al Parlamento Italiano vi è il resoconto stenografico integrale, che a partire dal 1967 per la Camera dei deputati e dal 1983 per il Senato della Repubblica, tradizionalmente viene pubblicato il giorno successivo alla seduta.

Compito a casa di Stenografia – Ragioneria anni ’70 e ’80

Sistemi di stenografia

Esistono tanti metodi e sistemi diversi di stenografia: in genere essi sostituiscono i simboli dell’alfabeto latino con segni che, per le loro forme particolari, possono essere riprodotti con maggiore celerità, per esempio linee dritte, cerchi, ecc.

I sistemi di stenografia vengono solitamente classificati in tre gruppi principali:

  1. Sistemi geometrici. Appartengono a questo gruppo i primi sistemi creati nel mondo moderno dalla Scuola inglese, quali il Taylor e il Pitman; o l’italiano Marchionni. Consistono in segni geometrici per le consonanti, mentre le vocali sono in genere rappresentate da puntini e lineette.
  2. Sistemi corsivi. Fanno parte di questo gruppo i sistemi tipici della Scuola tedesca, quali il Gabelsberger, lo Stolze, lo Schrey, la Stenografia Unitaria Tedesca o la Stiefografie. Consistono in segni che per le consonanti si richiamano, in modo molto semplificato, alle lettere della scrittura ordinaria corsiva; e come tali sono collegati tra di loro da un filetto di unione. Le vocali sono in genere rappresentate in modo simbolico, modificando le consonanti.

  1. Sistemi misti (o geometrico-corsivi). Ne fanno parte i principali sistemi creati dagli stenografi italiani, quali il Meschini, il Cima e lo Stenital Mosciaro; nonché il loro “precursore” sistema Vegezzi. Un importante sistema misto non italiano è l’inglese Gregg, utilizzato soprattutto in Nord-America. Questi sistemi tentano di conciliare le caratteristiche dei due tipi “classici” rappresentando sia le consonanti che le vocali con segni geometrici fissi e intersecando vocali e consonanti, in alcuni sistemi con un senso di scrittura contrario, in modo che le vocali vengano a fungere di fatto da filetti di unione che dànno al tracciato un andamento corsivo.

  • Si può aggiungere un quarto gruppo costituito dai sistemi che, benché biasimati dai puristi, adoperano lettere dell’alfabeto comune, generalmente per essere di più facile apprendimento. Un originale rappresentante di questo gruppo è il Dutton World Speedwords, ideato nel 1922 da Reginald J.G. Dutton (1886-1970), che combina le caratteristiche di un sistema stenografico con quelle di una lingua ausiliaria internazionale.

Utilizzo contemporaneo

Oggi la stenografia è stata in parte soppiantata dalla stenotipia, che si basa su concetti analoghi e che fa uso di macchine apposite. La prima di queste effettivamente usata nel mondo è la cosiddetta Macchina Michela (o Metodo Michela), brevettata nel 1878 dall’italiano Antonio Michela Zucco. Adottata nel 1880 dal Senato del Regno d’Italia, viene tuttora regolarmente utilizzata, in forma perfezionata e soprattutto computerizzata, dal Senato della Repubblica italiano. A0671

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