LA CAPANNA DELLO ZIO TOM – (1852)

La Capanna dello zio Tom

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La Capanna dello zio Tom

La capanna dello zio Tom (titolo originale Uncle Tom’s Cabin or Life Among the Lowly) è un romanzo antischiavista scritto dalla statunitense Harriet Beecher Stowe.

Edizione Fabbri Editori del 1955

Pubblicato nel 1852 in seguito a un atto legislativo promulgato nel 1850, la Fugitive Slave Law, che decretava il dovere di denunciare gli schiavi fuggiti e la restituzione ai proprietari, il romanzo ebbe un profondo effetto sugli atteggiamenti nei confronti degli afroamericani e la schiavitù negli Stati Uniti e rese più acuto il conflitto che condusse alla guerra civile americana.

Stowe, un’attiva abolizionista, focalizzò il romanzo sul personaggio di zio Tom e sulla lunga sofferenza degli schiavi neri attorno alla quale si intrecciano le storie di altri personaggi. Il romanzo raffigura la crudele realtà della schiavitù e afferma che l’amore cristiano può superare la distruzione e la riduzione in schiavitù di altri esseri umani.

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La capanna dello zio Tom è stato il romanzo best-seller del XIX secolo e molti critici ritengono che esso possa aver alimentato la causa abolizionista del 1850. Solo negli Stati Uniti, nell’anno successivo alla sua pubblicazione ne furono vendute 300.000 copie. Il figlio dell’autrice scrisse che quando Abraham Lincoln incontrò la Stowe all’inizio della guerra civile americana dichiarò: “Allora questa è la piccola signora che ha scatenato questa grande guerra”.

Il romanzo, soprattutto per i luoghi dove è ambientato, ha anche contribuito a creare una serie di stereotipi sui neri, molti dei quali durano ancora.

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Edizione Nerbini del 1934

Critica

  • Vernon Louis Parrington scrive: “Malgrado gli ovvi difetti di struttura e il sentimentalismo, è un grande documento umano, che lacerò l’atmosfera di protezione attorno alla sacrosanta istituzione, rivelandone la fondamentale ingiustizia”.
  • Edmund Wilsonscrive: “Esporsi nella maturità alla lettura della Capanna dello zio Tom può dimostrarsi una sconcertante esperienza. È un’opera notevole, molto più di quanto ci sia mai stato dato di sospettare… C’è, in realtà, nella Capanna dello zio Tom, come nel suo successore, Dread, un intero dramma di costume, di attitudini morali, di punti di vista intellettuali che in qualche modo assomiglia a quello che Dickens ha fatto e che Zola avrebbe subito dopo continuato, per quanto riguarda i rapporti fra le classi sociali…”
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Edizione del 1954
  • Raimondo Luraghi scrive: “La capanna dello zio Tom, considerata dall’unico punto di vista in base a cui si dovrebbe considerare un romanzo, quello letterario, meritava il formidabile successo che le arrise. […] Ma se si esamina La capanna dello zio Tom […] come un documento, allora il giudizio deve mutare. Anzitutto Harriet Beecher Stowe non aveva mai conosciuto il Sud né i sudisti né la schiavitù se non per sentito dire: le sue fonti di informazione erano, per sua stessa ammissione, scarse e poco attendibili.
Edizione Malipiero del 1968
  • Chi abbia imparato a studiare e conoscere il Mezzogiorno e il fenomeno della schiavitù attraverso i documenti, non tarda a rendersi conto che sotto questo punto di vista il libro della Stowe è ben poco aderente alla realtà. […] I sudisti e la società meridionale in esso descritti avevano poco a che fare con quelli reali. Non già che la signora Stowe li presentasse in forma denigratoria: affatto. […] Semplicemente essa attribuiva loro caratteri, aspetti e mentalità sostanzialmente estranei al Mezzogiorno reale. […] Circa poi i negri, coloro che li hanno conosciuti attraverso le pagine pacate di un testimone diretto e scrupoloso come Olmstead, non tardano ad accorgersi che nella Capanna la loro reale psicologia e i loro reali problemi sono del tutto ignorati.” A0436

Di seguito alcune altre belle edizioni del nostro tempo

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Edizione del 1960


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Edizione Boschi del 1964


la_capanna_dello_zio_tom_1972
Edizione del 1972


la capanna dello zio tom -edizione 1987
Edizione del 1987

Testo tratto e modificato: https://it.wikipedia.org/wiki/La_capanna_dello_zio_Tom

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