INFERNO – Dario Argento – (1980)

Inferno

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Inferno

 Inferno è un film di Dario Argento con Eleonora Giorgi,Gabriele Lavia e Veronica Lazar, seguito di Suspiria (1977) e che precede di quasi trent’anni La terza madre (2007), capitolo conclusivo della trilogia delle Tre Madri. Altro successo di Dario Argento. La critica del film ha variato molto. Paolo Mereghetti da al film una stella e mezzo, e scrive sul suo dizionario: «Argento abbandona definitivamente il genere thriller per l’horror sovrannaturale: ma questa volta manca la suspense e tutto si riduce a un rosaio di ammazzamenti immotivati».

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Tullio Kezich sostiene: «Di queste streghe il film ci rivela i nomi: quella che sta a New York è la peggiore di tutte».

Il giornalista e critico cinematografico Kim Newman ha definito l’opera: «…probabilmente il film horror più sottovalutato degli anni ottanta.» Nel 2005, la rivista di critica cinematografica Total Film ha inserito Inferno nella classica dei migliori 50 film horror di tutti i tempi.

Morando Morandini scrive invece, dando due stelle e mezzo al film, «Come in Suspiria, la dimensione fantastica permette ad Argento di fare a meno della logica. La macelleria è la stessa e il bric – à – brac gotico funziona in eccesso».

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Giovanni Grazzini scrive sul Corriere della sera: «Inferno aumenta la dose di quello che Argento chiama l’istinto selvaggio del pubblico ma c’è da chiedersi se costringere lo spettatore a spostare gli occhi dallo schermo e portarlo sull’orlo del vomito, sia una buona idea». Pino Farinotti dà tre stelle al film senza lasciare commenti.

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Rudy Salvagnini nel suo “Dizionario dei film horror” dà quattro stellette al film definendo l’opera: «Un film importante, nel quale Argento, al massimo della sua fortuna commerciale, si è voluto liberare dalle necessità narrative per dare libero sfogo al suo talento visuale».Inferno, secondo capitolo della trilogia delle Tre Madri di Dario Argento, ha ricevuto reazioni miste dagli appassionati, tuttavia è un film che conserva un particolare fascino che lo rende uno dei film più amati e celebrati del regista.

Particolarmente degni di nota sono il lavoro svolto nello studio dei colori utilizzati nella fotografia di scena, che porta avanti il discorso iniziato con Suspiria, l’ambientazione americana, voluta da Argento per internazionalizzare ulteriormente il suo cinema e, l’atteggiamento fortemente negativo verso gli animali, come gatti, topi, insetti, ecc…, visti come personificazioni dei servi del Male.

 

Il film è permeato da atmosfere molto oscure che da allora in poi caratterizzeranno i film soprannaturali di Argento. Inferno infatti, si concentra di più sugli aspetti splatter della violenza che sulla suspense creata della trama stessa. Diversamente rispetto a SuspiriaInferno ricevette una distribuzione ridotta sul mercato internazionale (soprattutto quello statunitense), cosa che gli impedì di bissare il successo al botteghino del suo predecessore. Nonostante i responsi della critica inizialmente fossero abbastanza tiepidi e tutto sommato negativi, la reputazione del film è cresciuta con il passare degli anni.

Secondo il settimanale Lancio story il regista avrebbe compiuto un sopralluogo a New York notando il palazzo scena del film e si sarebbe poi ritirato in un’abitazione isolata del New England per stendere la sceneggiatura a sua volta dettata ad una segretaria cui aveva un contatto telefonico. In un primo momento, il protagonista maschile del film avrebbe dovuto essere l’attore americano James Woods, il quale diede forfait all’ultimo minuto per interpretare il ruolo da protagonista in un altro film, Il campo di cipolle di Harold Becker.

 Curiosità

  • Dopo la morte della protagonista Sara, interpretata da Eleonora Giorgi, l’attrice si puo vedere in un cameo nel palazzo newyorkese quando Mark, arriva da Roma.
  • L’omicidio quest’ultima viene compiuta sulle note del celebre coro Va’ pensiero dal Nabucco di Giuseppe Verdi, il cui tema è anche rielaborato per un brano dela colonna sonora del film; una scelta, questa, che rimane misteriosa, considerata la storia stessa del motivo verdiano.
  • In diverse scene del film si possono vedere le mani degli operatori addetti ai gatti durante le riprese. Nella scena dell’assalto dei gatti alla contessa sono visibili le mani degli operatori che le lanciano i felini addosso. Allo stesso modo quando il gatto entra nel buco scavato da Mark si notano le mani che lo trattengono per impedire che esca.

Inferno porta infernale

  • Il film è stato girato prevalentemente nei teatri di posa di Cinecittà, compresi gli esterni della scena notturna del parco e del marciapiede antistante il palazzo newyorkese.
  • Il palazzo di Roma, quale casa della Mater Lacrimarum, si trova in piazza Mincio ed era già stato utilizzato da Richard Donner nel 1976 per il film Il presagio (The Omen) quale residenza romana del diplomatico americano Robert Thorn e famiglia.
  • Gabriele Lavia, come nel suo precedente Profondo rosso, si riconferma in un personaggio di nome Carlo, qui giornalista sportivo, vittima della Mater Lacrimarum.

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  • Sollecitato probabilmente da associazioni animalistiche il regista dovette dichiarare in un’intervista televisiva di amare i gatti considerandoli animali benevoli, non come appaiono nel film, “servitori del Maligno”.
  • Il film guadagnò ben 4 miliardi di lire.
  • Il tastierista Keith Emerson è autore ed interprete della colonna sonora. Nella partitura del tema principale si noterebbe una rassomiglianza con quello di Profondo rosso. Altre citazioni si notano nel tema grafico della locandina e della colonna sonora, ossia un volto femminile con occhi di teschio, già presente nella copertina di un LP del musicista britannico, Brain Salad Surgery, a sua volta opera dell’inquietante artista svizzero Giger creatore del mostro di Alien.
  • Gli aiuti regista di Argento in questo film sono Lamberto Bava e il padre Mario Bava, il quale ha anche realizzato gli effetti visivi.

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