Attilio Bettega
Attilio Bettega
Attilio Bettega (Molveno, 19 febbraio 1953 – Zerubia, 2 maggio 1985) è stato un pilota di rally italiano.
Attilio Bettega cominciò la sua carriera agonistica nel 1972 con una Fiat 128 Coupé della sua famiglia. L’occasione arriva nel 1977, quando vince il 1º premio messo in palio per il vincitore del Trofeo A112.
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Successivamente, al volante di una Lancia Stratos, si classifica 2º assoluto dietro a Sandro Munari nel Rally Valle d’Aosta. Viene così ingaggiato dal Gruppo Fiat, con il quale si afferma più volte a livello nazionale e internazionale al volante di varie vetture, dalla Fiat 131 Abarth Rally alla Fiat Ritmo. Nei suoi anni successivi nel Team Lancia Martini Racing, termina quattro volte sul podio dei rally validi per il campionato del mondo. L’ultimo podio ha rappresentato il suo migliore risultato, un 2º posto del Rally d’Italia 1984.
Durante la stagione 1985 partecipa al Safari Rally e al Tour de Corse. Proprio in Corsica, nella quarta prova speciale del rally, Bettega perse il controllo della sua Lancia Rally 037, che si schiantò contro un albero, stoppando bruscamente la vettura che era in procinto di cadere in fondo ad un burrone. L’impatto avuto dalla Lancia fu tale che il pilota rimase ucciso sul colpo; essa si spezzò infatti in due per tutta la sua lunghezza. Il suo navigatore Maurizio Perissinot ne uscì invece illeso.
……Quando ormai la traiettoria è conclusa, Maurizio Perissinot il navigatore, inizia la lettura delle note per affrontare l’uno-due. Non ne ha il tempo. La vettura allarga un poco la traiettoria – la sbandata sembra controllabile ma tutt’a un tratto la vettura perde aderenza – le sospensioni di sinistra, ormai a tampone, la fanno saltare fino a toccare una pietra di quelle conficcate in fila a sinistra della curva. Inizia la carambola. La Lancia Rally è ormai senza controllo. Non c’è nemmeno il tempo per un grido: il muso della 037 si infila fra i fusti di alcuni alberi, sfiora un palo della luce, arriva ad accarezzare un grosso tronco al quale offre invece il montante di sinistra del parabrezza.
L’impatto è tremendo: calcolata la velocità di percorrenza della curva in oltre 140 all’ora, la botta non può essere avvenuta a meno di cento. Con quella angolazione d’impatto, non c’è cellula di sopravvivenza, non c’è roll-bar che possa assolvere il suo compito. Il tetto della vettura si accartoccia su sé stesso, avvolge il casco di Attilio in una morsa senza scampo. Dopo un ultimo rimbalzo sulla destra, la 037 si ferma. Non una parola non un lamento. Maurizio si proietta fuori dall’abitacolo sventrato: qualcosa “dentro” lo porta a non guardare alla sua sinistra: a non vedere che il corpo di Attilio non ha più vita……..
L’incidente di Attilio Bettega attirò l’attenzione sulla sicurezza delle vetture del Gruppo B. Esattamente un anno dopo, ancora durante il Tour de Corse, il suo compagno di squadra Henri Toivonen (pure lui al volante dell’auto numero 4, come l’anno prima Attilio Bettega) rimase ucciso a sua volta, insieme al suo navigatore Sergio Cresto, nell’incendio della loro Lancia Delta S4, che era uscita di strada e caduta in fondo ad un burrone. Questa ulteriore tragedia portò la FIA a porre il bando definitivo del Gruppo B.
Ad Attilio Bettega è dedicato l’omonimo Memorial che si svolge annualmente al Motor Show di Bologna. Il figlio di Attilio, Alessandro, ha seguito le stesse orme del padre, diventando anch’egli pilota di rally. A1071
Articolo in collaborazione con: http://autoemotodepoca.altervista.org
Testo tratto e modificato: http://it.wikipedia.org/wiki/Attilio_Bettega
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