FUGA PER LA VITTORIA
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VIDEO 2 – L’allenamento della squadra – Clicca
VIDEO 3 – La rovesciata di Pelè – Clicca
La bellissima parte finale con l’inno Francese…da brividi – Clicca Qui
Fuga per la vittoria (Escape to Victory) è un film del 1981 diretto da John Huston.
Il film mantiene ancora oggi una notevole popolarità, soprattutto per la presenza di grandi calciatori dell’epoca a fianco degli attori principali, tra cui il celeberrimo Pelé.
Film liberamente ispirato alla partita della morte tenutasi a Kiev il 9 agosto 1942 tra una mista di calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell’aviazione tedesca Luftwaffe.
Fuga per la Vittoria – Il Cast
La particolarità di questo film è che per interpretare le parti dei calciatori alleati sono stati chiamati nel cast numerosi atleti professionisti di fama internazionale: Pelé, fuoriclasse brasiliano tre volte campione del mondo (1958, 1962 e 1970); Bobby Moore, capitano della nazionale inglese campione del mondo nel 1966; il belgaVan Himst, il polacco Deyna, l’argentino Ardiles campione del mondo nel 1978, tutti leader delle rispettive nazionali, e altri ancora. Sylvester Stallone interpreta un improbabile soldato (in realtà una spia) canadese più avvezzo al football americano che al calcio, portiere dallo stile molto grezzo, che a più riprese chiede a Colby quale sia il giusto piazzamento sul corner, ma che all’ultimo minuto parerà il decisivo rigore che avrebbe permesso ai tedeschi di vincere la partita.
L’unico calciatore statunitense del cast, singolarmente, interpreta il ruolo di un atleta tedesco, il capitano Baumann. Si tratta di Werner Roth, nato nella ex-Jugoslavia da genitori provenienti dalla Germania e americano per naturalizzazione: su invito di Pelé, Roth si presentò alla produzione e fu ingaggiato per il film, inizialmente per recitare la parte di un calciatore francese schierato con gli Alleati. Ma quando John Huston si accorse che Roth parlava anche tedesco, gli affidò la parte di Baumann.
La formazione degli Alleati
N. | Nome | Nazione | Interpretato da |
---|---|---|---|
1 | Robert Hatch | Stati Uniti d’America | Sylvester Stallone |
2 | Michel Fileu | Belgio | Paul Van Himst |
3 | John Colby (cap.) | Inghilterra | Michael Caine |
4 | Pieter van Beck | Paesi Bassi | Co Prins |
5 | Doug Clure | Inghilterra | Russel Osman |
6 | Terry Brady | Inghilterra | Bobby Moore |
7 | Arthur Hayes | Scozia | John Wark |
8 | Carlos Rey | Argentina | Osvaldo Ardiles |
9 | Sid Harmor | Inghilterra | Mike Summerbee |
10 | Luis Fernandez | Brasile | Pelé |
11 | Erik Borg | Danimarca | Soren Lindsted |
(sost.) | Paul Wolchek | Polonia | Kazimierz Deyna |
(sost.) | Gunnar Hilsson | Norvegia | Hallvar Thorensen |
(sost.) | Tony Lewis | Irlanda | Kevin O’Calloghan |
Per nazionalità si intende quella dell’attore e non del personaggio. Pelé infatti interpreta un giocatore originario di Trinidad e Tobago, il Brasile entrò in guerra solo successivamente all’ambientazione del film. Cosi pure Kevin O’Calloghan, irlandese, ed Osvaldo Ardiles, sono nati in nazioni estranee alla seconda guerra mondiale.
La cosiddetta partita della morte fu una partita di calcio giocata tra ufficiali tedeschi e giocatori ucraini nel 1942.
La partita della morte ha ispirato tre lungometraggi cinematografici, tra i quali il più famoso è senz’altro lo statunitense Fuga per la vittoria, nel quale, però, viene rappresentato un lieto fine che nella realtà non si verificò
Lungometraggi tratti dall’evento
- Due tempi all’inferno (Ungheria 1962) di Zoltán Fábri
- Il terzo tempo (Unione Sovietica 1962) di Evgenij Efimovič Karelov
- Fuga per la vittoria (Escape to Victory, USA 1981) di John Huston con Pelè e Sylvester Stallone
Il vero Match – VIDEO
La vera partita della morte si tenne il 9 agosto 1942 allo stadio Zenith di Kiev in Ucraina, nazione allora sotto occupazione tedesca. Si fronteggiarono lo Start – una squadra mista composta da giocatori delle locali squadre della Dinamo e del Lokomotiv – ed il Flakelf, squadra composta da ufficiali tedeschi della Luftwaffe; l’arbitro fu un ufficiale delle SS. La città era deserta, ma lo stadio era pieno di poliziotti e di nazisti. I tedeschi si portarono in vantaggio, ma il primo tempo terminò 3-1 per lo Start.
Nell’intervallo un ufficiale tedesco raggiunse negli spogliatoi i giocatori ucraini allo scopo di convincerli a perdere la partita, soprattutto per non far ripetere ai nazisti la brutta figura di un 5-1 subito in un match precedente e la gara sembrò volgere a favore della squadra tedesca che giunse al 3-3, ma l’orgoglio dei campioni ucraini prevalse: vinsero la partita per 5-3.
Ancor prima di lasciare il terreno di gioco, i vincitori si resero conto di aver firmato la propria condanna. L’attaccante Korotchich fu torturato e poi fucilato, e altri sette giocatori finirono in un lager. Anche il portiere ed altri giocatori vennero uccisi – per rappresaglia – da lì a qualche giorno. Le cronache narrano che solo due furono i superstiti: Mikhail Sviridoski e Makar Goncharenko, proprio colui che con la sua doppietta aveva portato lo Start sul 3-1. Oggi in suo onore la Dinamo Kiev ha eretto un busto con la dedica «A uno che se lo merita». A1587
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