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ESAME DI MATURITA’ – Incubo delle nostre generazioni – (dal 1923)

Esame di Maturità

 

Esame di Maturità ( Esame di Stato )

L’esame di Stato conclusivo del corso di studio di istruzione secondaria superiore, o ellitticamente esame di Stato, fino all’anno scolastico 1997-1998 ufficialmente denominato e tuttora in modo non ufficiale noto come esame di maturità, è la prova finale che conclude il corso di studi della scuola superiore italiana. Chi lo supera consegue un diploma di scuola media superiore necessario per l’accesso all’università e a svariati indirizzi professionali.

Questo tipo di esame può essere sostenuto da tutti gli studenti che abbiano frequentato un qualsiasi indirizzo della scuola secondaria di secondo grado della durata quinquennale.

Oltre alla funzione pratica, l’esame di maturità ha, come suggerisce il nome, un ruolo di rito di passaggio all’interno della società italiana, dall’adolescenza all’età adulta: col termine della scuola secondaria la persona passa simbolicamente nel mondo degli adulti e si prepara per l’università e/o il lavoro.

Storia degli esami di maturità

Numerose sono state le modifiche apportate nel corso degli anni agli esami, per adeguarli di volta in volta alle istanze socio-culturali di ciascuna diversa epoca e al mutare delle esigenze e degli obiettivi della scuola secondaria; modifiche che hanno riguardato sia la struttura delle prove scritte e orali, sia la composizione delle commissioni giudicatrici, sia le formule per l’assegnazione dei voti finali.

Queste le riforme succedutesi in Italia a partire da quella del 1923:

Gli esami si tenevano fuori sede (40 sedi su tutto il territorio nazionale per la maturità classica, 20 sedi per la maturità scientifica). La votazione non prevedeva un punteggio unico, ma tanti voti quante erano le materie. Era prevista la sessione di esami di riparazione. L’impatto di questo nuovo esame fu particolarmente pesante: nell’anno scolastico 1924/25 i promossi furono il 59,5% alla maturità classica e 54,9% alla maturità scientifica (l’anno precedente, quello dell’esordio, la percentuale era stata ancora più bassa). L’esame sarà alleggerito negli anni successivi dal ministro Pietro Fedele, sotto la pressione di molti gerarchi fascisti e dell’opinione pubblica in generale.

Il Caso – Anno 1976 prova rinviata

Nel 1976, con una telefonata effettuata la vigilia della prova d’italiano, uno sconosciuto spacciandosi per il provveditore agli studi riuscì a convincere una suora, preside di un istituto pavese, a prendere la busta, contenente i titoli dei temi d’italiano, custodita in cassaforte, ed aprirla rompendo i sigilli di ceralacca con cui si usava garantirne l’integrità, e a farsi leggere il contenuto adducendo a pretesto un possibile errore di trascrizione da correggere. Al termine della telefonata, la preside, colta da dubbi, denunciò l’accaduto. La prova d’italiano venne rimandata su tutto il territorio nazionale, l’esame cominciò con un giorno di ritardo con quella che era la “seconda” prova, nel mentre vennero preparati nuovi temi per la prova d’italiano. Questo è l’unico caso noto in cui il contenuto di un testo d’esame venne divulgato in anticipo. A0417

Foto Tratte di: Maurizio Bosio/Achivio storico La Stampa

Testo tratto e modificato: https://it.wikipedia.org/wiki/Esame_di_maturità_(Italia)

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