“CHIUDE” LA MV AGUSTA – (1977)

MV agusta 750 america 1977
La 750 America fu l’ultimo modello del 1977

Meccanica Verghera Agusta, da cui il più conosciuto acronimo MV Agusta, è il nome di un’azienda italiana che ha prodotto in proprio motociclette commerciali e da competizione dal 1945 al 1977.

 

La 750 “torna” in strada – Clicca Sopra

VIDEO 2  – Bella presentazione della 750 America

VIDEO 3 – Agostini ritrova la “sua” MV

1977 mv agusta 750s america-1

Il marchio fu acquisito, nel 1990, dalla Cagiva della Schiranna (frazione di Varese); nell’agosto del 2008 è passato al gruppo Harley Davidson che a sua volta, nell’agosto 2010, l’ha ceduto nuovamente allo stesso Claudio Castiglioni, ex proprietario del marchio Cagiva.

Il suo nome è particolarmente legato alle competizioni motociclistiche: in quelle del motomondiale si è aggiudicata 75 titoli iridati (38 piloti e 37 costruttori), cosa che ne fa la casa motociclistica europea più vincente di ogni epoca, seconda nel mondo solo alla Honda.

mv agusta giacomo agostini

Negli anni sessanta l’automobile fece definitivamente scemare l’interesse verso le moto quale mezzo di trasporto di massa, MV Agusta cercò di caratterizzarsi allora sempre più in maniera sportiva. Nacque la prima maximoto di serie con motore a quattro cilindri, derivato da quella da Gran Premio di 500 cm3, la 600 quattro cilindri. Il modello venne continuamente rinnovato spostandone i limiti sempre più verso l’alto, fino a culminare nella 750 S America che raggiungeva il record (per moto di serie) di 220 km/h di velocità massima.

 

Da segnalare in quegli anni anche la 125 Disco, il cui nome derivava dalla distribuzione a disco rotante del motore a 2 tempi che montava. Questa motocicletta rimase a livello sperimentale per impiego agonistico.

A metà degli anni sessanta arrivò nella Squadra Corse MV Agusta Giacomo Agostini, che porterà alla Casa di Cascina Costa un numero incredibile ed imbattuto di Titoli Mondiali. Agostini vinse ininterrottamente dal 1967 al 1973 il Campionato del Mondo con la 350 a tre e quattro cilindri e con la 500 a 3 cilindri.

Gli ultimi anni di produzione

Una MV 350

Il 2 febbraio 1971 morì il Conte Domenico Agusta e a questo evento seguirono le prime serie difficoltà finanziarie di MV Agusta, dovute al venire a galla di due diverse tendenze relative allo sviluppo strategico della Casa. Da una parte chi voleva proseguire l’attività sportiva ad alto livello per sostenere la produzione di serie, dall’altra chi voleva interrompere le competizioni per deviarne le risorse verso la produzione; non prevalse né una né l’altra, di fatto si proseguì l’attività sportiva con budget limitati e nel 1975 la produzione si ridusse a soli tre modelli: la 125 SE, la 350 Sport e la 750 America.

In questa situazione di stallo nelle strategie aziendali la situazione economica degenerò fino a costringere la proprietà a trovare, nel 1974, in EFIM (Ente Partecipazioni e Finanziamento Industria Manifatturiera) un partner finanziario pubblico, che però pretese l’immediato ritiro dalle competizioni e bocciò all’ultimo minuto la presentazione dei nuovissimi motori 750 e 850 cm3, quadricilindrici a 16 valvole bialbero. Così al Salone di Milano del 1977, dove ne era previsto il lancio ufficiale, lo stand MV Agusta rimase vuoto e nello stabilimento di Cascina Costa venne definitivamente chiusa la produzione di motociclette.

L’ultima vittoria nel Campionato Mondiale della MV 500 4 Cilindri, nuovamente guidata da Giacomo Agostini, avvenne il 29 agosto 1976 al Nürburgring. Si trattava però di una moto sviluppata da un team autogestito da Agostini che, attraverso finanziamenti pubblicitari, aveva cercato di salvaguardare l’enorme patrimonio tecnico rappresentato dal reparto corse MV Agusta, chiuso dall’azienda l’anno precedente.

La Ripresentazione del marchio

Nessuno sentì più parlare di MV Agusta fino al 1992, allorquando il gruppo Cagiva Motor dei fratelli Castiglioni, rivelò di aver acquisito il marchio.

Cagiva aveva curiosamente nella sua storia una caratteristica in comune con MV Agusta, in quanto nacque dalle ceneri di un’altra industria aeronautica, la AMF Aermacchi, ed era al tempo in piena espansione avendo già salvato un’agonizzante Ducati ed avendo portato a Schiranna, sede della Società, un altro glorioso marchio specializzato nel fuoristrada, la svedese Husqvarna. Cagiva era anche proprietaria del marchio Moto Morini.

Partì quindi il progetto di rilancio capitanato da Massimo Tamburini che già aveva creato moto quali le prime Bimota (di cui era un socio fondatore) e la Ducati 916 (solo la parte meccanica).

MV Agusta F4 Senna

Tamburini volle rispettare le peculiarità di MV Agusta e decise di utilizzare un motore a 4 cilindri frontemarcia progettato e costruito integralmente in Italia; tale propulsore nacque con le valvole radiali, il cambio estraibile, la distribuzione non laterale ma centrale con comando a catena.

Questo quadricilindrico da 750 cm3 (negli anni successivi portato a 910 e 1000 cm3) venne incastonato in un telaio snello a traliccio di tubi e vestito con delle linee molto apprezzate. Nacque così nel 1997 la F4, rossa ed argento. Per produrre la F4, lo stabilimento di Schiranna venne convertito alla produzione dei soli motori, mentre l’assemblaggio si svolgeva nel nuovo stabilimento di Cassinetta di Biandronno. Ai primi modelli di F4 Tamburini fece seguire una naked, la Brutale.

MV Agusta F4 750S-Serie_Oro
MV Agusta F4 750 S Serie Oro

La Seconda crisi

Ma la storia MV Agusta ancora una volta ebbe un brusco rallentamento, il gruppo Cagiva piombò in una crisi finanziaria molto grave con nefaste conseguenze sulla continuità della produzione. I fratelli Castiglioni tentarono un accordo con il gruppo Piaggio che però non si chiuse quando ormai i giochi sembravano fatti.

Solo nel corso del 2004, grazie all’accordo con la malese Proton, la situazione si è definitivamente sbloccata e tutto il gruppo, denominato non più Cagiva ma Gruppo MV Agusta (che comprendeva MV Agusta stessa, Cagiva, Husqvarna) ha potuto riprendere l’attività.

Il 27 dicembre 2005, a distanza di un anno dall’acquisizione, la Proton ha ceduto il suo pacchetto azionario, pari al 57,57% del Gruppo MV Agusta, ad un gruppo finanziario Italiano (GEVI S.p.A) al prezzo simbolico di 1 euro, dovuto all’acquisizione da parte di quest’ultimo di tutti i debiti, e con un impegno al mantenimento dell’azienda. Della fine del 2007 la notizia dello scorporo delle attività e conseguente vendita della Husqvarna alla tedesca BMW Motorrad.

L’11 luglio 2008 la Harley-Davidson ha preannunciato il rilevamento del gruppo italiano MV Agusta (comprensivo del marchio Cagiva) per circa 70 milioni di euro (109 milioni di dollari) per espandere il proprio business in Europa. L’operazione ha avuto definitiva conclusione nell’agosto dello stesso anno.
A ottobre 2009 la Harley, alla presentazione dei conti del trimestre, ha comunicato l’intenzione di cederla nuovamente. Nell’agosto 2010 il marchio è stato nuovamente ceduto a Claudio Castiglioni, ex proprietario del gruppo, per la cifra simbolica di 1 euro.

Testo tratto e modificato: http://it.wikipedia.org/wiki/MV_Agusta l

web
free counters

Chiunque vanti titoli sulle foto di questo articolo mi contatti subito per la loro immediata rimozione

Per contattare l’amministratore di questo sito invia una mail a: francoberte1963@virgilio.it

oppure mi invii un messaggio sulla pagina Facebook

Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.