BLADE RUNNER – Ridley Scott – (1982)

Blade Runner

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VIDEO 2 – Il monologo finale “Ho visto cose che voi umani” – Clicca

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Blade Runner è un film del 1982, diretto da Ridley Scott.

È uno dei più celebri film di fantascienza ed è liberamente ispirato al romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (Do Androids Dream of Electric Sheep?, anche noto in Italia come Il cacciatore di androidi) di Philip K. Dick, oggi considerato uno dei maggiori scrittori statunitensi (non solo nell’ambito fantascientifico) della seconda metà del Novecento, nonché precursore del filone cyberpunk. Il titolo del film è stato tratto dal romanzo The Bladerunner (1974) di Alan E. Nourse. Nel 1993 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Blade Runner – Critica    

Blade Runner è da molti ritenuto più di un semplice film di genere, perché si confronta con temi profondi come l’umana paura di morire, l’anelito all’immortalità, la nostra debolezza di fronte ad eventi più grandi di noi, ma anche la capacità di alcuni di dar prova di una grandissima quanto inaspettata generosità.

L’estrema cura e ricercatezza delle immagini e degli effetti, la particolare ambientazione (anche gli esterni hanno sempre una luce notturna), le innovative atmosfere create (la continua dominante blu, gli ambienti urbani tecnologicamente sofisticati ma caotici e brulicanti di una umanità confusa e sempre immersa in una penombra artefatta), le sofisticate e coinvolgenti musiche di Vangelis, hanno rapidamente reso questo film un cult-movie, che ha fatto scuola e ha segnato una svolta irreversibile nella successiva produzione di film di fantascienza. Quasi tutti i film del genere girati dopo Blade Runner, infatti, in un modo o nell’altro non possono fare a meno di richiamarne più o meno consapevolmente il tipo di immagini, o di atmosfere, o anche solo di colori o suggestioni visive.                         

In Blade Runner possiamo identificare un altro aspetto di natura filosofica e secondo alcuni religiosa che costituisce un elemento importante in tutto il film: basterebbe considerare le parole dell’androide che rifiuta la morte perché si sente diverso e migliore degli umani.

Uno dei problemi fondamentali della filosofia è stato infatti quello del rapporto tra il soggetto e l’oggetto che nasce quando il primo pensatore si chiede che cosa sia il mondo che lo circonda con i suoi oggetti diversi da lui.

Per questo problematico rapporto anche gli altri soggetti però sono, nei riguardi del soggetto, degli oggetti che si presumono siano soggetti come me, ma dei quali io non ho piena certezza. Chi è l’altro? Prova davvero i miei stessi sentimenti, ha i miei stessi pensieri? L’universo che percepisce è come il mio? Il mondo interiore che mi caratterizza come soggetto appartiene a me e soltanto a me. Cosa si agita veramente nell’involucro dell’altro presunto soggetto-oggetto? Ci sono in lui meccanismi bionici o lo stesso sangue che circola in me?

Sono certo di me stesso perché il mio pensiero me lo conferma, non si può dubitare di se stessi ma chi mi sta di fronte è un soggetto come me o piuttosto… un cyborg? Il “cogito ergo sum” di Cartesio non basta più ad avere certezza di se stessi. Queste sono le domande che assillano Rick Deckard. Questo può essere il tema dominante di tutto il film. Se il protagonista, il cacciatore Rick Deckard, pure ritiene sia un automa la bellissima Rachael, ma che proprio per la sua perfezione tecnologica non si differenzia sostanzialmente da lui perché non amarla? Che cosa distingue l’uomo vero dall’androide?

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Anche lei possiede sentimenti, anche lei può piangere, anche lei ha ricordi, magari prefabbricati ma che lei crede suoi. Questo è il dramma dei cyborg: scoprire di essere un oggetto; ma in fondo è anche il dramma del blade runner: solo con se stesso, chiuso nella sua soggettività, unico soggetto in tutto l’universo, “monade” diceva Leibnitz, eppure anche lui “oggetto”, probabile androide per gli altri, e forse, a sua insaputa, egli stesso replicante addestrato ad uccidere i suoi simili.

In questo film viene quindi ripreso sotto tutt’altri aspetti, anche il tema della “incomunicabilità” che costituì la traccia di un famoso film della cinematografia italiana: Deserto rosso (1964) del regista Michelangelo Antonioni. A0896

E la saga …. continua

Testo tratto e modificato: http://it.wikipedia.org/wiki/Blade_Runner

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