WESTERN quando tutti noi eravamo cowboy o indiani

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Il western è un genere artistico molto popolare, caratterizzato dall’essere ambientato nell’ovest degli Stati Uniti d’America, il cosiddetto vecchio West, territorio di frontiera fino a quasi tutto il XIX secolo.

Esportato da Buffalo Bill in Europa con il suo circo Buffalo Bill Wild West Show, il genere western è stato successivamente soggetto di quasi tutte le espressioni artistiche: cinema, letteratura, fumetti e cartoni animati, scultura e pittura, spettacoli televisivi e radiofonici, musica, teatro e opera lirica. Spesso è proposto in una visione romantica, poiché il West, in quanto frontiera, era anche un ideale di libertà, di speranza.

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Questo genere in Italia ha avuto molta risonanza, per esempio al cinema con gli Spaghetti-western, nei fumetti, tra gli altri, con Tex Willer e Zagor, ma prima ancora nell’opera lirica con La fanciulla del West di Puccini del 1910. Le opere western sono solitamente ambientate nell’ovest americano del XIX secolo, tra la guerra di secessione che insanguinò quel paese (1861-1865) e la fine del secolo.

Gran parte dei western trattano di cavalieri erranti che vagano di città in città con tutti i loro beni: il vestito che indossano, un revolver ed un cavallo. Innovazioni quali il telegrafo, la stampae la ferrovia sono spesso presentate come invenzioni recenti per sottolineare che l’azione si svolge sulla frontiera con il progresso che incombe.

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Set Universal Studios

Film western

La Monument Valley, scenario di numerosissimi film western; oggi nella valle esiste il John Ford Point

I primi film western furono girati all’inizio del XX secolo e, come tutte le produzioni dell’epoca, esclusivamente in studio. Quando però l’evoluzione tecnologica consentì le riprese anche in esterno, le ambientazioni scelte per questo genere cominciarono subito ad essere scelte tra gli angoli più desolati della California, dell’Arizona, dello Utah, del Nevada, del Colorado o del Wyoming e ben presto il panorama stesso non rappresentò solo uno sfondo per la vicenda ma un elemento portante del racconto.

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D’altra parte in un genere come il western, solitamente caratterizzato da dialoghi molto semplici, i panorami costituiscono il giusto contrappunto alle vicende e per sottolineare gli stati d’animo dei protagonisti.

Cowboy e pistoleri svolgono una parte prominente nei film western. Molto frequenti sono anche i combattimenti con gli indiani, sebbene i western revisionisti propongano un punto di vista più favorevole a questi ultimi. Altri temi ricorrenti sono i viaggi delle carovane e le bande di criminali che terrorizzano piccole città come ne I magnifici sette.

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Infine, questi film sono ulteriormente suddivisi in sottogeneri ben definiti: il western epico, il western sparatutto, quello cantato, la commedia western ed il revisionista con cui il genere si è reinventato

Il western sfrutta questi semplici elementi per creare racconti moralistici, di solito ambientati tra i più spettacolari panorami d’America.

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In alcuni film gli scenari assumono la stessa importanza dei personaggi o della vicenda: quando la storia vuole mettere in evidenza le asprezze della vita selvaggia a contatto con la natura, allora sono preferiti i deserti (Sentieri selvaggi del 1956 e Terra di confine – Open Range del 2003); altre volte, invece, ambientazioni più amene e ‘facili’ sono utilizzate per contrapporre la tristezza delle esistenze passate nelle città del west, sempre sporche e polverose, alla gioia di una vita trascorsa a contatto della natura (Mezzogiorno di fuoco del 1952).

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Molto frequenti sono le ambientazioni delle vicende in fortini isolati, ranch, insediamenti solitari, saloon o prigioni. Vere icone del western sono, inoltre, i cappelli a falda larga dei cowboy (Stetson in inglese) e gli speroni, le colt calibro .45 (Colt Single Action Army), le prostitute-ballerine ed il fedele destriero.

Negli anni sessanta e settanta del secolo scorso il western venne reinventato in Italia con il filone degli Spaghetti-western (detti anche Italo-Westerns in inglese). Le vicende narrate in questi film propongono un maggiore ricorso alla violenza rispetto a quelle di Hollywood.

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Inizialmente il termine, nato negli Stati Uniti, voleva solamente indicare delle pellicole caratterizzate dal fatto di essere girate in italiano, con budget ridotti ed uno stile minimalista, secondo le convenzioni dei primi western, in parte intenzionalmente, in parte come conseguenza dei mezzi limitati. Inoltre, il termine voleva alludere al sangue sparso copiosamente nei film, che ricordava molto il sugo sugli spaghetti.

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Nonostante questa iniziale diffidenza, a poco a poco il genere si è sempre più distinto, e già negli anni ottanta i film appartenenti al genere sono stati fortemente rivalutati dalla critica, soprattutto grazie a quello che è il più importante esponente e maestro del genere, il regista Sergio Leone, tanto da essere oggi rispettati al pari dei loro “colleghi” americani.

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Gli stessi americani, anzi, dovettero fare i conti col nuovo stile rimbalzato dall’Europa e imposto da Sergio Leone, tanto che già dalla metà degli anni settanta in molti western prodotti negli Stati Uniti si nota una diversa impostazione di personaggi e situazioni, che si fa via via più vicina a quella dello spaghetti-western piuttosto che a quello classico alla John Ford.

Molte produzioni erano a basso costo e perciò erano girate in luoghi simili ma meno dispendiosi del lontano west americano (spesso nel sud della Spagna o nel Nordafrica).

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Il Western nei fumetti e nei cartoni animati italiani

In Italia esiste una fortissima tradizione fumettistica di tema esplicitamente western, con saghe che non accusano flessioni di gradimento da diversi decenni: Tex Willer (1948), Capitan Miki(1951), Il grande Blek (1954), Cocco Bill (1957), Zagor (1961), Maschera Nera (1962), El Gringo (1965), Comandante Mark (1966), Ken Parker (1977).

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Nel 1965 esce West and Soda, parodia del genere western, primo lungometraggio animato di Bruno Bozzetto e terzo di produzione italiana. Da non dimenticare poi Il Giustiziere del West, il mitico Hondo, personaggio creato dallo scrittore di avventure western, l’americano Louis L’Amour e interpretato sullo schermo da John Wayne nel 1953, Gordon Jim e Un ragazzo nel far west.

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Il primo fumetto del genere italiano fu quello creato dall’illustratore e fumettista Rino Albertarelli, Kit Carson nel 1937 per la casa editrice Arnoldo Mondadori Editore, che si ispirò ad un personaggio vissuto nella prima metà del XIX secolo, il famoso esploratore Christopher Carson (1809 – 1868). Anche il grande Andrea Pazienza dedica un racconto al tema, con la “Piccola guida ragionata al (o del?) West”.

Un genere, quello Western, che, purtroppo, sta via via scomparendo con le nuove generazioni che sempre meno sono interessate a questo mondo e a queste realtà che a loro appaiono oramai  molto lontane e antiche.  A0401

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