Storia dell’auto: MASERATI BITURBO il Flop di successo

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Maserati Biturbo

Ecco la Maserati Biturbo – Clicca Sopra

VIDEO 2 – Tributo alla Biturbo – Clicca  

  VIDEO 3 – Una bella prova su strada – Clicca 

VIDEO 4 – Una prova di potenza – Clicca  

VIDEO 5 – La Maserati Shamal modello derivato della Biturbo.

La Maserati Biturbo è un’autovettura prodotta dalla Maserati tra il 1982 ed il 1996.
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Il Contesto

Voluta dal vulcanico Alejandro De Tomaso, che aveva acquisito la proprietà della Casa del Tridente nel 1976 dalla Citroën, la Biturbo doveva essere il modello dei grandi numeri: grazie alprezzo competitivo (poco più di 22 milioni di Lire al lancio) era prevista una produzione di almeno 5 mila esemplari all’anno. L’obiettivo non fu mai raggiunto anche a causa dei problemi di affidabilità generati dall’incompleto sviluppo della vettura per accelerarne i tempi di commercializzazione. In Nordamerica, ci furono casi di Biturbo che presero fuoco (gli anelli di gomma sintetica che sostenevano il sistema di scarico, surriscaldandosi iniziavano ad emettere fumo e bruciare) ed una spericolata politica commerciale (poche settimane dopo il lancio il prezzo fu portato di colpo a oltre 26 milioni di Lire), raffreddarono le vendite. Oltre tutto le vistose finiture interne non erano, almeno inizialmente, sempre di qualità eccelsa.

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Maserati Biturbo posteriore

Maserati Biturbo – Descrizione

Caratterizzata da una classica ed elegante linea coupé a 3 volumi (la cui paternità è della progettazione interna di Pierangelo Andreani, Capo Stile Maserati, per quanto influenzata da Giugiaro, disegnatore della Quattroporte del 1979 a cui la Biturbo si ispira) da una impostazione tecnica classica (motore anteriore longitudinale, trazione posteriore, sospensioni anteriori a ruote indipendenti, retrotreno a bracci oscillanti e impianto frenante con dischi davanti e dietro), la “Biturbo” venne lanciata nel 1982.

Il motore, un V6 bialbero alimentato a carburatori derivava da quello della Merak, da cui differiva per il numero di valvole (3 per cilindro anziché 2) e per il sistema di sovralimentazione composto da 2 turbocompressori (uno per bancata). La cilindrata era di 2491cc per i mercati esteri e 1996cc per l’Italia (dove c’era l’Iva pesante per le cilindrate oltre i 2 litri), ma la potenza rimaneva abbastanza simile: 192cv per le 2500 e 182cv per le 2000.

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Maserati Biturbo Spyder

Per far fronte alla produzione prevista (35 esemplari al giorno) solo motore e sospensioni venivano assemblate alla Maserati di Modena; il resto della vettura era prodotta alla Innocenti di Milano Lambrate. Nel 1984 venne presentata la Biturbo S, con motore 2 litri potenziato (grazie all’adozione di un intercoolerche permetteva di aumentare la pressione dei turbocompressori) a 205cv, 4 freni a disco, interni con diverse finiture (tessuto Missoni per i sedili, diversa strumentazione) e livrea più sportiva ( mascherina a nido d’ape nera, cornici dei vetri brunite,  cerchi fucinati,  prese

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d’aria sul cofano motore, alettone posteriore, paraurti e fascioni laterali neri con minigonne, inoltre sempre nello stesso anno fu introdotto su tutte le versioni un sistema di gestione delle turbine denominato M.A.B.C. acronimo di Maserati Automatic Boost Control. Nel 1985 vennero presentate anche le Biturbo 425 e le Biturbo Spyder. La prima era la variante berlina a 4 porte basata sul pianale della coupè allungato, mentre la seconda una spider 2 porte basata sul pianale accorciato. Entrambe erano mosse da V6 biturbo di 2,5 litri da 192cv. Pochi mesi dopo vennero rese disponibili, solo per l’Italia, le Biturbo 420 e Biturbo Spyder 2.0, mosse dal V6 con cilindrata ridotta a 1996cc e potenza di 182cv. Nel1986 venne introdotta anche la Biturbo 420 S (con varianti estetiche simili alla coupé S) e motore da 205cv.

Maserati Biturbo S

Nel 1985 un duro colpo minò irreparabilmente l’immagine della Maserati: le Biturbo 2.5 catalizzate furono soggette ad un richiamo “di massa” sul mercato statunitense dovuto ad un provvedimento dell’NHTSA. In pratica era emerso, in seguito alle denunce di alcuni utenti, che le berline Maserati, vendute in USA – e in altri mercati esteri – in versione “pulita”, a causa del cattivo isolamento termico del catalizzatore, tendevano a prendere fuoco all’improvviso e spontaneamente.

Maserati Biturbo Spider

La Nuova Innocenti fu obbligata, oltre ad accollarsi il corso degli aggiornamenti, ad un risarcimento milionario (in dollari…). L’immagine della Maserati ne uscì macchiata (quasi) indelebilmente. Le vendite Oltreoceano calarono di colpo e questo nonostante era appena andato in porto l’accordo con Chrysler per assemblare a Lambrate una particolare versione della LeBaron convertible: la Chrysler’s TC by Maserati. A tutto si aggiunsero, anche in Europa, ritardi nella produzione e un sensibile calo della qualità, dovuti ai gravi episodi di conflittualità con le maestranze di Lambrate.

Maserati biturbo 425
Maserati Biturbo 425

 Si insinuava nella clientela il tarlo che le Biturbo fossero auto spacciate per blasonate e convenienti, ma che in realtà tra optional obbligatori, difettosità varia e diffusa e costi di gestione ben superiori a quanto decantato, diventavano una vera e propria trappola per il malcapitato di turno. E le esordienti quattro porte due litri 420 e 420S pagarono il prezzo di un’immagine in calo: a nulla valse l’adozione su tutta la gamma anche del differenziale autobloccante.

Nel 1987 tutti i motori adottarono l’alimentazione a iniezione elettronica Multipoint, ottenendo una maggior regolarità di funzionamento nonché un leggero incremento di potenza: 187cv per le Biturbo 2.0i (coupé e Spider) e Biturbo 420i, 220cv per le Biturbo 2.0 Si e Biturbo 420 Si e 196cv per le Biturbo 2.5i (coupé e Spider) e Biturbo 425i.

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Nel 1988 un restyling rivoluzionò la gamma. Tutte le versioni adottarono un frontale più morbido, nuovi paraurti, diversi cerchi, nuovi interni (con modifiche a plancia, sedili, pannelli porta) e finiture notevolmente migliorate.Rivisti o inediti i motori: alla base si poneva il V6 biturbo di 1996cc tre valvole per cilindro a iniezione da 223cv, che muoveva le Biturbo 222 (coupé), Biturbo 422 (berline) e le Spider 2.0i. Lo step superiore era rappresentato dalla versione a 4 valvole per cilindro del V6 2 litri (245cv), che spingeva le Biturbo 2.24V e Biturbo 4.24V (caratterizzate come le precedenti S, di cui prendevano il posto nella gamma). Al top un nuovo V6 quattro valvole di 2790cc da 250cv, riservato alle 430i, “228” e Spider 2.8i. Le uniche Biturbo dotate di ABS erano la berlina 4.18v prodotta in 77 esemplari dal 1991 al 1992 (in pratica una 422 con frontale e posteriore della 4.24v ma con un solo doppio scarico a dx.)e le ultime 430 (sia 18 che 24v).

Maserati Biturbo Racing
Maserati Biturbo Racing

Nel 1989 la Maserati passò da De Tomaso alla Fiat. Nel 1991 la gamma delle coupé 2 porte s’ampliò con l’introduzione della Biturbo Racing, spinta da una versione da 285cv del V6 24 valvole. La Racing anticipò nelle linee la Biturbo 224 restyling, in quanto quest’ultima adottava il frontale modificato con mascherina più bassa e fari poliellissoidali, i nuovi cerchi a razze (poi adottati anche dalla Shamal e dalla prima serie della Ghibli II) e, in alcuni casi, la fanaleria posteriore brunita, montata esclusivamente sulle Racing di colore nero. Due erano i colori: Rosso e, appunto, Nero, con interni Neri o Ghiaccio privi delle guarnizioni in Radica prerogativa della serie Biturbo e sostituiti da modanature in carbonio.

maserati biturbo motore rancing angine

Oggi, nonostante siano restati in circolazione non molti esemplari di Biturbo, la loro quotazione è molto bassa, arrivando a toccare punte minime di poche migliaia di euro per un esemplare “vissuto”. Ciò è dovuto agli alti costi di manutenzione, nonché della difficoltà di approvvigionamento dei ricambi, peraltro spesso costosi. A1254

Maserati Biturbo -S1

Testo tratto e modificato: http://it.wikipedia.org/wiki/Maserati_Biturbo

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