Storia dell’auto: Autobianchi Y10

Y10

LANCIA AUTOBIANCHI Y10 1985

 

Lancia Y10 “Piace alla gente che piace” – No alla sua rottamazione – Clicca Sopra

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La Autobianchi Y10 è un’autovettura utilitaria italiana prodotta dal 1985 al 1995 ed è l’ultimo modello prodotto con il marchio “Autobianchi”. Sul mercato estero, venne anche commercializzata con la denominazione Lancia Y10.

Caratteristiche

L’Autobianchi Y10 debutta ufficialmente al Salone dell’automobile di Ginevra, nel marzo 1985. La nuova utilitaria ha l’impegnativo compito di sostituire degnamente l’A112 che da quindici anni è presente con successo sulla scena nazionale ed internazionale del mercato automobilistico.

Per rendere meno evidente l’enorme differenza formale fra i due modelli, in seno al Gruppo Fiat – Lancia (l’Alfa Romeo sarebbe stata acquisita dal gruppo torinese soltanto l’anno successivo) viene stabilito che l’A112 resti in listino, parallelamente alla Y10, fin quasi alla fine del 1986.

A mettere in comune la Y10 all’A112 c’è solo il marchio, la tipologia strettamente utilitaria delle due automobili e la stessa ambizione di proporsi come automobile “di classe” da città, per questo molto attente a soddisfare le pretese non soltanto di un pubblico femminile sempre più esigente, ma anche di tutti coloro che vedono l’automobile utilitaria non soltanto come una “scatola” con cui destreggiarsi il più abilmente possibile in mezzo al traffico cittadino, ma come qualcosa di appagante, in termini di design, prestazioni e comfort.

Il Design

LANCIA Y10

La più importante novità nel design che colpisce il pubblico e la stampa è soprattutto la coda tronca, caratterizzata dal portellone con verniciatura in nero satinato, indipendentemente dal colore scelto per la carrozzeria. La linea della piccola scocca, marcatamente a cuneo, è molto aerodinamica (CX di 0,31), grazie al cofano motore accentuatamente inclinato, al parabrezza curvo e anch’esso parecchio inclinato, ai finestrini laterali a filo con la carrozzeria, all’assenza di gocciolatoi laterali, alle maniglie porta incassate ed alla lieve rastrematura del tetto verso la coda. Tutte queste caratteristiche, uniche per un’utilitaria del 1985, sono a merito del Centro Stile Fiat, a quei tempi guidato dall’ing. Vittorio Ghidella. La definizione del progetto Y10 ha richiesto più di 3 anni di studi.

Anteriormente, i fari rotondi dell’A112 sono soltanto un ricordo: ora ci sono gruppi ottici rettangolari, che, insieme alla semplice ed elegante griglia, delimitano lo sviluppo del cofano motore, dando al frontale della vettura una immagine molto “tecnica”, anche se un po’ comune alla sorella più economica Panda, totalmente diverse però per la coda. Il parabrezza, ora dotato di guarnizione in resina siliconica, è ampio, inclinato e caratterizzato da un tergicristallo monospazzola, soluzione funzionale e pratica. La fiancata, dal disegno molto pulito, è caratterizzata da una linea di cintura che parte dalla base del cofano motore e tende a salire a mano a mano che ci si avvicina alla coda, delimitando inferiormente le due luci laterali.

La Y10 è proposta solo con carrozzeria a tre porte, piuttosto ampie, rendendo così l’accesso in auto agevole anche ai passeggeri posteriori.

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Prima serie 

L’abitacolo presenta rivestimenti in moquette sul pavimento, di serie su tutte le versioni; rivestimenti in tessuto per i sedili e nelle versioni top di gamma rivestimenti di Alcantara su plancia, sedili e pannelli porta e, secondo i depliant, è disponibile come optional il rivestimento dei sedili in vera pelle; inoltre, per personalizzare ed arricchire ulteriormente la propria Y10, sono disponibili in listino optional, quali vetri elettrici, chiusura centralizzata, divanetto posteriore sdoppiato, vetri posteriori apribili a compasso elettricamente (soluzione rivoluzionaria per quei tempi e piuttosto inusuale anche su vetture di ultima generazione); tetto apribile in cristallo ad azionamento manuale, sistema di climatizzazione interna con comandi elettronici e visualizzazione a LED, di impostazione simile a quello già adottato sulla Fiat Regata

La Prima gamma del 1985 

LANCIA AUTOBIANCHI Y10
Una Y10 turbo del 1986

Y10 Fire  

Dotata del nuovo quattro cilindri Fire (Fully Integrated Robotized Engine), con cilindrata di 999 cm³ e potenza massima di 45CV a 5000 giri/minuto, un motore molto elastico, poco rumoroso e dai bassi consumi, che le consente di superare i 145 Km/he di accelerare da 0 a 100 km/h in 16 secondi.

Y10 Touring  

Mossa da un motore di 1049 cm³, con potenza massima di 56 CV a 5.850 giri/minuto e coppia massima di 81,4 N m a 3.000 giri/minuto, sviluppato partendo dal quattro cilindri monoalbero, prodotto in Brasile, che equipaggiava la Fiat 127. Questa versione, esternamente, è identica alla Fire, targhetta posteriore a parte; mentre nell’abitacolo si notano i rivestimenti in Alcantara al posto dei rivestimenti in tessuto. La Touring è piuttosto vivace, con una velocità massima di 155 km/h ed un’accelerazione da 0 a 100 km/h di 14,5 secondi.

Y10 Turbo

Y10 TURBO 1986

Monta lo stesso motore della Touring, dotato però di turbocompressore IHI con intercooler, con una potenza massima di 85 CV a 5.750 giri/minuto e coppia massima di 122,6 N·m a 2.750 giri/minuto. Rispetto al 1050 “aspirato” della Touring, si distingue per le valvole di scarico al sodio, i segmenti speciali, i collettori ad alta resistenza, la pompa carburante elettrica e l’accensione elettronica “Digiplex”.Vanta di un sistema di sovralimentazione da “formula 1” in miniatura dotato di intercooler, valvola bypass e valvola termostatica.

Questa pepata versione raggiunge i 180 km/h ed accelera da 0 a 100 km/h in 9,5 secondi; è riconoscibile esternamente per la presenza di un bordino rosso sui paraurti, per la fascia adesiva alla base della fiancata con la scritta Turbo, per il terminale di scarico in metallo lucido di dimensioni maggiori e per i paraurti stessi, di disegno specifico e di maggiori dimensioni rispetto alle sorelle “tranquille”; internamente è possibile notare un inedito volante dal disegno più sportivo come anche i sedili dalla profilatura avvolgente e la strumentazione analogica più completa già di serie, ma arricchibile con sovrapprezzo con il Check Control o strumentazione “solid state”.

Tutte e tre le versioni sono dotate di cambio a cinque marce.

Le Aspettative 

L’attenzione e l’interesse dimostrati dal pubblico internazionale al Salone di Ginevra, fanno ben sperare al Gruppo Fiat – Lancia che la nuova Y10 incontrerà il gusto del pubblico, ma le vendite dei primi mesi stentano a decollare. La vera doccia fredda, che frena l’entusiasmo dei primi potenziali clienti Y10 sono i listini, giudicati eccessivamente alti: evidentemente le persone disposte a spendere di più per avere un’utilitaria un po’ più ricercata nel 1985 sono ancora poche.

Il Gruppo Fiat – Lancia corre ai ripari; dopo una revisione di listini ed allestimenti, nel gennaio del 1986 presenta già la nuova gamma.

La Y10 Fila 

LANCIA FILA INTERNI

La prima versione speciale, a debuttare nel febbraio del 1987, è la Y10 Fila, un modello destinato principalmente ad un pubblico giovane e dinamico, firmata dall’omonima azienda biellese di articoli sportivi e per il tempo libero. Derivata meccanicamente dalla Y10 Fire (gamma 1986), di cui mantiene inalterata la dotazione di accessori, si fa riconoscere con molta facilità per il fatto di essere interamente verniciata di bianco:

non soltanto la carrozzeria, ma anche il portellone, i paraurti, la griglia anteriore e le coppe ruota. Ad interrompere la monotonia ci pensano le strisce adesive in nero e azzurro, che corrono lungo la linea di cintura e culminano, verso il portellone, col famoso marchio; all’interno i sedili ed i pannelli porta sono stati rivestiti di tessuto azzurro, e il logo Fila è stato inserito sugli schienali dei sedili anteriori. 

Le Martini e le Missoni  

Nel frattempo, visto il successo dell’iniziativa, hanno visto la luce altre due versioni speciali, la Martini e la Missoni. La Y10 Martini segue di pochi mesi la prima edizione della Fila, ed arriva nelle concessionarie nel giugno del 1987. Realizzata per celebrare il sodalizio sportivo con la Martini & Rossi, con cui da anni la Lancia riscuote successi nel mondo delle corse con la sua impareggiabile Delta, la Y10 Martini deriva dalla Turbo ed è disponibile, anche in questo caso, nel solo colore bianco, utilizzato anche per i copricerchi (disponibili come optional i cerchi in lega) mentre i paraurti sono quelli, più avvolgenti e ribassati, della Turbo, non verniciati. La fiancata è percorsa da una striscia con i colori vincenti della Squadra Corse Martini, colori utilizzati anche per i tessuti dei sedili e dei pannelli porta.

Con l’arrivo dell’autunno, nell’ottobre 1987, arriva la Y10 Missoni, versione derivata dalla Fire LX e firmata dal noto stilista Ottavio Missoni (che apparirà anche in uno spot televisivo accanto alla sua creazione), che ha scelto per la carrozzeria un esclusivo ed unico Blu Memphis metallizzato (portellone nero), intonato con i tessuti interni, realizzati in Alcantara nocciola per plancia e pannelli porte, mentre per i sedili adotta un tessuto “Missonato” in velluto a strisce; la moquette è coordinata col colore esterno, e per rendere riconoscibile questa versione, nella parte finale della fiancata, a metà fra la nervatura ed il finestrino posteriore, viene applicato un adesivo del marchio Missoni.

Come si può facilmente intuire, le versioni speciali sono decisamente orientate ciascuna verso una propria specifica clientela, cercando di accontentare i più giovani con una versione allegra ed economica come la Fila; un pubblico decisamente più sportivo e maturo con la Martini, ed un pubblico femminile “alla moda” con la versione “pret a porter” Missoni.

Seconda serie  

Una Y10 seconda serie

Nel febbraio del 1989 l’Autobianchi presenta la seconda serie della Y10, caratterizzata da leggeri ma importanti ritocchi estetici ed all’abitacolo, ed interessata da importanti modifiche nelle motorizzazioni: in conseguenza, nasce la nuova gamma: “Il privilegio di evolversi, restando sé stessi” Così come recita la sua pubblicità televisiva di lancio.

Tutti i modelli hanno ora coppe ruota di nuovo disegno (4WD esclusa), indicatori di direzione anteriori bianchi, gruppi ottici posteriori (simmetrici ed ora uguali per tutte le versioni), realizzati in bicolore: doppia luce di retromarcia di color fumé, doppio proiettore retronebbia di colore rosso, luci di posizione e stop (a doppio filamento) in rosso ed indicatori di direzione fumé. Scompaiono gli indicatori giallo ambra e con essi una moda fino ad allora imperante in campo automobilistico.

Tutti i nuovi modelli hanno la strumentazione con una nuova grafica, anch’essa assai meno “anni ‘80” e, Fire esclusa, il volante regolabile in altezza. L’impianto di climatizzazione interna prevede ora di serie anche la funzione di ricircolo manuale oppure, a richiesta, un nuovo sistema di climatizzazione digitale, stavolta con regolazione elettronica della temperatura mediante display e funzione “auto” per il mantenimento costante della temperatura impostata.

La Gamma della Seconda serie

Y 10 Mia 

Prima delle serie speciali del “nuovo corso” ad affrontare il giudizio del pubblico, nel luglio del 1991, è la Y10 Mia. Si tratta di una versione in perfetto “vecchio stile Lancia”, elegante ma sobria, che non deriva, come accadeva nelle serie precedente, da allestimenti esistenti, ma costituisce una vera e propria voce di listino a sé stante, che si pone parallelamente alle versioni Fire ed LX i.e., dalle quali utilizza le motorizzazioni, 1.000 Fire carburatore e 1.100 Europa.

Y 10 Ego

Due mesi più tardi, a settembre del 1991, nasce la Ego, versione basata sulla Fire LX i.e. catalizzata, è disponibile unicamente con carrozzeria di colore Black Mica (compreso il portellone), ha selleria interamente rivestita in pelle “Poltrona Frau” di tonalità “Rosso Bulgaro” (così come la plancia, la leva del cambio, i pannelli porta ed il volante), ha poggiatesta anteriori sellati e non schiumati e pneumatici maggiorati. Disponibili a richiesta il tetto apribile, i cerchi in lega e la strumentazione con Control System, contagiri e indicatori supplementari. Il prezzo elevato di questa versione e la sua tiratura limitata, hanno fatto sì che la maggior parte degli esemplari prodotti siano stati venduti in paesi economicamente ricchi come Svizzera, Austria, Germania, Lussemburgo e Belgio.

Y10 Avenue 

All’inizio del 1992, sull’onda del successo della versione speciale “Mia”, fa il suo ingresso nelle concessionarie la Y10 Avenue, vero e proprio “canto del cigno” delle Y10; mossa dal Fire 1100 “Europa” da 50 CV, è caratterizzata da quattro inedite tinte di carrozzeria (tre metallescenti e una metallizzata), ha portellone posteriore in tinta coordinata con la carrozzeria “tono su tono” e rivestimenti interni in Alcantara di disegno specifico, con poggiatesta anteriori imbottiti e cadenini abbinati alla tinta della carrozzeria. Disponibile esclusivamente catalizzata, la Avenue poteva essere ordinata anche in allestimento Selectronic con cambio automatico.

Y10 Marazzi Certa 

Derivata dalla Avenue era anche la “Y 10 Certa”, elaborata dalla Carrozzeria Marazzi e presentata al Salone di Torino del 1992. Subito ribattezzata dalla stampa come “utilitaria antisequestro”, l’auto era stata studiata per offrire maggiore resistenza ai tentativi di aggressione, con rinforzi alla struttura delle portiere, serrature a barra e vetri antisfondamento. Quale optional era disponibile anche una piccola cassaforte nell’abitacolo, per il trasporto di eventuali oggetti prezioni. Destinata ad una clientela prettamente femminile, all’epoca del lancio ne era prevista la produzione limitata a 300 esemplari annui, al prezzo di L. 24.000.000.

Terza serie

La terza serie del modello fece la sua apparizione sul mercato nel 1992, contemporaneamente alla chiusura dello stabilimento dell’Autobianchi di Desio, la produzione venne spostata presso lo stabilimento Alfa Romeo di Arese. Per un certo periodo, la vettura fu prodotta anche a Pomigliano d’arco e Mirafiori.

Le motorizzazioni con cui poteva essere acquistata erano rimaste due, da 1108 e da 1297 cm³, entrambi con iniezioneelettronica, in grado di erogare, a seconda del tipo, potenze comprese tra i 51 e i 74  CV.

Lancia Y10 Ego strumentazione

Modifiche sostanziali, per quanto non immediatamente visibili, riguardarono anche le sospensioni, spesso criticate nelle versioni precedenti, e l’impianto frenante.

Gli interni furono completamente rivisti, in particolare per quanto riguarda la strumentazione e per la presenza di un impianto migliorato di climatizzazione, il condizionatore diventa di serie sulla versione Igloo. All’esterno le modifiche riguardano nuovi specchietti retrovisori, dei nuovi cerchi e un generale ammorbidimento delle linee grazie ai nuovi gruppi ottici anteriori e posteriori, pur senza snaturare completamente lo stile della versione originale.

Le versioni erano:

  • 1.1 i.e.
  • 1.1 Elite
  • 1.1 Avenue
  • Seletronic, dotata di cambio automatico
  • 1.3 Elite
  • 4WD
  • Mia (gamma colori di “gusto femminile” e portellone in tinta con la carrozzeria)
  • Junior
  • Igloo
  • Ville
  • Sestrieres
La Y10 4WD

Questo modello venne sostituito nei listini Lancia dalla Y, prodotta nel nuovo stabilimento di Melfi, che ne richiama in parte lo stile, la quale, uscita di produzione nel2003, è stata a sua volta sostituita dalla Lancia Ypsilon.

La Y10 è sempre stata venduta in Italia con il marchio Autobianchi fino al 1995, anno in cui fu sospesa la produzione; la Y10 è stata l’ultima vettura del glorioso marchio Autobianchi. All’estero è sempre stata presentata con il marchio Lancia tranne che in Francia e Giappone dove ha mantenuto il logo Autobianchi, tuttora esistono siti di appassionati Giapponesi che posseggono Y10. A1592

 Lancia Y10 Ego

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