PLASTIC CITY – Costruzioni / Italocremona – (Anni 70/80)

PLASTIC CITY

Antagonisti dell’epoca alle più famose Lego esistevano altri mattoncini  che facevano impazzire i ragazzi di allora. Più spartani e di qualità inferiore a quelli Danesi questi mattoncini made in Italy ebbero, anche per via del loro prezzo molto più abbordabile, una successo molto grande.

Lo spot Plastic City – Clicca Sopra

VIDEO 2 – Una confezione Plastic City d’epoca – Clicca

Italocremona

PLASTIC CITY italocremona con corrado mantoni

Azienda di giocattoli, stampi di plastica e forme di gioco, costruzioni di plastica della linea Plastic city, attrezzature da mare e da giardino, giochi didattici ed educativi, fu anche attivissima nel campo delle bambole, e come azienda di occhiali da sole e di montature per lenti correttive, sia in produzione che in esportazione.
L’azienda porta il nome di chi l’ha fondata nel 1920 a gazzada schianno, il signor Italo Cremona, per lavorare materie plastiche e trarne oggetti da toilette, pettini, giocattoli ( le bambole) e occhiali.

Attualmente il presidente è il figlio del fondatore, il signor Nando Cremona. Via via che passava il tempo la divisione giocattoli perdeva quote di mercato a favore della concorrenza orientale e gli sforzi venivano concentrati sulla divisione ottica I.C. optics SPA che contava ben 250 addetti su 350 dipendenti totali di tutto il gruppo!

Confezioni Plastic City anni ’70

Quindi la I.C. Optics divenne la colonna portante del fatturato e della produzione con oltre 2 milioni di pezzi all’anno, una distribuzione in 60 paesi di cui il 20% in Italia, il 18% in Europa, il 21% destinato al mercato nordamerica rappresentato da U.S.A. e Canada, il 26% con meta nell’estremo orienteed il rimanente diviso tra Australia e medio oriente.

Nel settore dell’ottica fu creato un marchio, denominato diablo-made in helle con un campionario di 30 modelli.
L’azienda produceva anche per conto terzi: i primi occhiali firmati da Valentino e da Krizia e le lniee Versace e Versus, avvalendosi dal 1991 al 2003 della collaborazione creativa per queste due linee di Leonardo Balbi.

Avendo ben 5 marchi in licenza, come Gai Mattiolo, Cesare Paciotti,, Shimano, Gianni Versace & Versus, più due di proprietà interni (Diablo e starring) poteva presentare collezioni che puntavano su materiali ipertecnologici, dal policarbonato ai termoplastici con trattamento antigraffio.

Nel gennaio del 2003 la Luxottica Group acquista la I.C. Optics dalla Italocremona S.p.A. e Gianni Versace S.p.A.
Dopo la cessione del ramo ottica il nucleo fondamentale della societa sono i giocattoli in plastica divisi in tre aree tematiche.

L’evoluzione incessante del mercato, costretta dalla concorrenza incessante dei produttori asiatici, dalla crisi dei consumi e da una maggiore sensibilità degli acquirenti, ha richiesto alla società la massima attenzione e considerazione nel formulare le proposte che hanno come obiettivo primario la soddisfazione delle attese degli acquirenti, sempre più attenti ed esigenti, e sia degli utilizzatori finali che sono per scelta aziendale i bambini, anche molto piccoli.

La società IC ha puntato molto su un confezionamento con una grafica che permetta di trasmettere chiari messaggi pubblicitari di giocabilità e qualità.
Proprio per la qualità, e per differenziarsi dai cinesi, hanno puntato su una gamma completa di certificazioni, usando materiali e pigmenti di ottima qualità.
Uno dei prodotti più storici ancora in produzione è la linea di costruzioni di plastica con mattoncini, o blocchi, della serie Plastic City.

Un tempo aveva una vasta gamma di prodotti che ora si è di molto contratta a causa sia della concorrenza asiatica sia del fatto che oramai si passa piu tempo a giocare davanti ad uno schermo che davanti alle proprie mani e fantasia!
L’attuale sede della società è a Gazzada Schianno in via Italo Cremona numero 42, C.A.P. 21045 in provincia di Varese. A1489 

 

 
web
free counters

Chiunque vanti titoli sulle foto di questo articolo mi contatti subito per la loro immediata rimozione

Per contattare l’amministratore di questo sito invia una mail a: francoberte1963@virgilio.it

oppure mi invii un messaggio sulla pagina Facebook

Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo

12 Risposte a “PLASTIC CITY – Costruzioni / Italocremona – (Anni 70/80)”

  1. Iniziai a giocare con le costruzioni di Plastic City dai primissimi anni Sessanta. Allora si potevano costruire solo case. I mattoncini erano rossi e bianchi. Poi sono nate le travi grigie che permettevano di costruire i tetti con le tegole. Le finestre e le porte erano apribili tranne i finestroni e le vetrate. La cosa che non comprendevo era perché nei libretti con i modelli da costruire, gli esempi di come incastrare in modo ottimale i vari pezzi erano disegnati differentemente dai mattoni che avevo in mano. I mattoncini disponevano di bottoni d’incastro forati nel mezzo e tali buchi alloggiavano i perni delle finestre. L’incastro avveniva unicamente tra tali bottoni e il bordo inferiore del mattoncino sovrastante. Negli anni 70 avvenne la rivoluzione e pur mantenendo le stesse dimensioni, i mattoncini non erano più incastranili con quelli vecchi. I bottoncini erano sempre tondi e forati, ma il foro non passava attraverso il mattoncino. Al di sotto, in corrispondenza del foro chiuso superiore, c’era un conetto che si incastrava nel foro sottostante conferendo una maggiore tenuta dell’incastro. Aumentarono i colori e la varietà dei pezzi e il gioco era in netta concorrenza con la LEGO. Nei disegni, invece, al posto dei bottoni forati, si vedeva un pernetto che andava ad incastrarsi in piccoli fori posti sotto al mattoncino sovrastante. Anche il profilo laterale era inciso in modo che il muro sembrasse composto da mattoncini più piccoli. Non si parlava di tegole, ma i tetti erano eslusivamente fatti di cartoncino e venivano appoggiati su particolari mattoncini rossi con la superficie superiore liscia e inclinata.
    Solo in anni recenti ho scoperto che i disegni provenivano dalla produzione originaria di quei mattincini e sicuramente la Italo Cremona acquistò i diritti modificando solo il sistema di incastro. Il sistema originario era l’American Plastic Brick che permetteva di costruire tutta una serie di edifici che venivano a formare una bella cittadina. I modelli proposti erano identici a quelli contenuti nei libretti contenuti nei barattoli cilindrici della Italo Cremona. Essendo le porte e le finestre più grandi rispetto a quelle del LEGO, le case erano più adatte al gioco con modellini in scala 1:43, rispetto al LEGO che all’epoca aveva una linea adatta alla scala 1:87 o H0.
    Erano due mondi a sé stanti, Ma anche se il LEGO ebbe la crescita che conosciamo, il ricordo e la nostalgia per le costruzioni con il Plastic City resterà sempre esaltante, anche perché a parità di numero di pezzi, essendo questi più grandi, permettevano costruzioni imponenti.

    1. Da bambino, con mio fratello (di un anno scarso più giovane di me), li chiamavamo “i LEGO grandi”, per distinguerli evidentemente dagli “originali” danesi… : ) Eh sì, tanti bei ricordi! Ho ancora alcuni mattoncini ed elementi vari, sparsi, e devo dire che la plastica sembra piuttosto “deteriorata”… se erano più economici un motivo deve esserci stato…

  2. Corro con la memoria alla mia infanzia, osservando queste costruzioni. Anche io, come chi lascia il suo commento, ho superato i 40 anni e ben ricordo il piacere con cui facevo e disfavo con i mattoncini. Il mio desiderio era quello di costruire una grande casa con tante porte e finestre… Un desiderio che, se potessi ritrovare alcuni tubi di allora, cercherei di realizzare, nel vago tentativo di portare indietro il tempo in un’epoca sicuramente più spensierata.

  3. Alla tenera età di 47 anni il mio pensiero va a quei momenti accompagnati dalle”costruzioni”,la maggior parte “piatte e larghe,lunghe e corte”,(di “strette” e a doppia altezza,stile Lego se mi ricordo bene non ce ne erano tante),con cui si creava tutto ciò che la fantasia suggeriva.arrivò poi l’epoca delle grandi saghe spaziali in tv,e nel “78,Battlestar Galactica.Fedelmente riprodotta,secondo i miei occhi,con le costruzioni,recuperate tra regali,mercatini delle pulci e quant’altro(e tutte rigorosamente nate come case!).Ammiraglia,(40 cm!),navi al seguito(compresa la “carburante”,con vasto uso di ruote gialle! mezzi cubi rossi e tutti gli incredibili pezzi esistenti),siloni(tetti verdi e mattoncini rossi e bianchi,etc,etc.).Ma il tesoro più grande un “barattolo” historic con cui inizio 40 anni fa,circa,un progetto non completato,per ora!Torri e torrette,passaggi segreti e quant’altro…Grazie Italo Cremona.Sempre nei nostri cuori!

  4. Alla tenera età di 44 anni vado a comperare i lego per mio figlio…. strano me li ricordavo diversi.. mah si saranno evoluti… e ora scopro che ho sempre giocato con i mattoncini di italocremona…. peccato… erano fatti molto bene, avremmo potuto essere noi italiani i monopolisti delle “COSTRUZIONI” così le chamavamo in gergo all’asilo. .. per di più erano compatibili con il sedere dei playmobil… forse anche grazie a italocremona che son diventato ingegnere…

    1. Mi dispiace averti distrutto il mito .. di aver giocato con i LEGO 🙂 anziché no. Ma … all’epoca quasi tutti noi giocavamo con quelli li dell’ Italocremona … i Lego erano davvero troppo costosi per le nostre famiglie.

      1. Stessa identica cosa è successa a me. Ma appena ho sentito il nome “Platic City”, immediatamente si è riacceso il ricordo su quella scritta che campeggiava sullo scatolone colorato che mi avevano regalato.

  5. Il periodo “Uno dei prodotti più storici ancora in produzione sono la linea di costruzioni…” fa un po’ a cazzotti. Direi piuttosto “Uno dei prodotti storici ancora in produzione è la linea di costruzioni…”
    😉

    1. Provveduto ad effettuare la giusta correzione. Grazie mille per la tua gentile collaborazione. Franco.

      1. Secondo me tale frase andrebbe tolta. Guardando nel sito archive.org esisteva fino al 2009 il sito http://www.italocremona.com in cui vendevano ancora alcuni Plastic City, ma poi il sito lo hanno chiuso. Dove c’era la sede, a Gazzada in via Italo Cremona 42, oggi c’è un negozio di occhiali che deriva dalle ultime attività di vendita al dettaglio della stessa Italocremona. Inoltre c’è un articolo del 13 maggio 2014 su Varese news che cita testualmente “i giochi e le bambole della storica e ORMAI ORA CHIUSA azienda…”:

        http://www.varesenews.it/photogallery/i-giochi-della-italocremona/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.