Nasce IL MULINO BIANCO ….e oggi come è il mitico Mulino – (1975)

Mulino Bianco

mulino bianco logo

Mulino Bianco è un marchio di prodotti da forno, merendine e biscotti di proprietà della Barilla. Il marchio è stato introdotto sul mercato nel 1975, e già verso la fine degli anni settanta rappresenta il marchio di prodotti da forno più venduti in Italia. Il marchio Mulino Bianco fu creato per distinguere la produzione della Barilla, storicamente legata alla pasta.

Uno spot del 1986 Soldini – Clicca Sopra

 VIDEO 2 – VIDEO 3 – Alcuni spot del Mulino Bianco anni 80 – Clicca 

Tra i suoi prodotti storici si ricordano il tegolino, la crostatina e il saccottino. Nelle confezioni di alcuni prodotti Mulino Bianco nel corso degli anni erano inseriti alcuni omaggi, principalmente giocattoli di piccole confezioni, contenuti all’interno di scatoline apribili “a cassetto”. Settecento di questi oggetti sono esposti presso il Museo Storico Barilla.

Mulino Bianco – Storia

George Maxwell al Mulino Bianco

E’ il primo gennaio del 1971 e la Barilla diventa americana. Gianni (1917-2004) e Pietro Barilla (1913-1993) cedono il timone dell’azienda di famiglia, lo storico pastificio sorto nel 1877, alla multinazionale americana Grace. La notizia trova eco sulla stampa locale e nazionale. Lo scoppio della guerra del Kippur fra i Paesi Arabi e lo Stato di Israele e il conseguente, costosissimo, embargo petrolifero all’Occidente, scatena nel 1973 un pesantissimo vortice inflazionistico sui Paesi occidentali importatori di petrolio. La risposta del Governo italiano è un provvedimento che impone il blocco del prezzo sui generi alimentari, tra cui anche la pasta.

mulino bianco
Il Coccio del 1978 … uno dei primi gadget

Per l’Italia sono anni economicamente e socialmente difficili. Per far fronte a questa grossa crisi la Grace chiede al management Barilla di individuare nuove aree di attività per diversificare la produzione. Gianni Maestri diventa il coordinatore di questa operazione. Il mercato dei prodotti da forno viene identificato come nuovo campo d’azione: una linea di biscotti, sostituti del pane e merende qualitativamente apprezzabili e competitivi nel prezzo, frutto della secolare esperienza maturata da Barilla nella lavorazione dei cereali. E’ quanto occorre all’azienda, impegnata nella ricerca di una seria alternativa alla pasta, allora mortificata dall’aumento del costo delle materie prime e dalla contemporanea imposizione del controllo statale sul prezzo di vendita. E’ così che nel 1974 nascono i primi prodotti da forno a marchio Barilla. E’ l‘ottobre del 1975 quando, dopo anni di sperimentazione, le prime confezioni di biscotti a Marchio Mulino Bianco fanno la loro comparsa nei punti vendita ed è subito un successo.

Mulino Bianco, a solo un anno dal lancio, registra un buon successo di mercato raggiungendo la quota del 7%.
E’ il 1976 e, fra apprensioni e speranze, Grissini e Fette Biscottate Barilla passano sotto il marchio Mulino Bianco e la quota di mercato aumenta, fino ad arrivare al 20%. Forte dei successi riscontrati, nel 1977 viene lanciato il Pan Carrè Mulino Bianco e creata una rete commerciale per i prodotti freschi.

Dal 1978 al 1979 sono gli anni di grandi riscontri da parte del pubblico. Mulino Bianco piace e l’entusiasmo raddoppia quando la Grace si ritira e l’azienda torna nelle mani di Pietro Barilla.

In breve Mulino Bianco raggiunge la leadership di mercato nel settore dei prodotti da forno in Italia e il fatturato del settore bakery continua a salire.

Bisogna aspettare il 1978 per vedere affiancare alla comunicazione Mulino Bianco l’uso di oggetti promozionali.

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Prodotti

Il sapore dei primi biscotti Mulino Bianco si deve all’esperienza dell’abile biscottiere inglese George Maxwell, vero mastro pasticcere impegnato per mesi sulla linea sperimentale, segretamente approntata in una zona del pastificio, ad elaborare decine di ricette con ingredienti rigorosamente naturali e senza alcun tipo di additivo o conservante, ispirate alla tradizione inglese.

In un’epoca in cui i biscotti industriali somigliano tutti a bottoni, l’idea di inserire l’iconografia simbolica nella progettazione del prodotto costituì una vera rivoluzione e la decisione di approntare forme particolari e irregolari con disegni personalizzati, risultò vincente.

Vennero avanzate centinaia di ipotesi, dal rustico, al country, al naif, e alla fine furono registrati ben 73 diversi formati.

Nel 1975, dopo mesi di ricerche e sperimentazioni, vengono messi a punto i primi cinque biscotti della nuova linea a marchio Mulino Bianco: I GALLETTI, I TARALLUCCI, I MOLINETTI, LE CAMPAGNOLE e LE PALE.

mulino bianco le prime confezioni del 1975

I nomi dei nuovi prodotti, attinti ad un vocabolario antico, evocano tempi passati e atmosfere contadine e divengono, ben presto, nomi di successo destinati a guidare, ancor oggi imbattuti, le classifiche di vendita dei biscotti del Mulino Bianco.

Curiosità

Combinando opportunamente al nome individuato dall’Azienda i vari elementi storici, psicologici e grafici raccolti in mesi di ricerche, lo studio Gio’ Rossi abbozza i primi lay-out del marchio Mulino Bianco. La versione definitiva nasce dalla mano di Cesare Trolli, da una vita disegnatore e cromolitografo di confezioni di biscotti, che riprese con maestria lo stile grafico Art Nouveau.

La storia delle  pale del Mulino Bianco iniziano a girare nel 1975.  Il mulino viene materializzato -negli spot e sulle confezioni del prodotti -attraverso un disegno stilizzato. Soltanto 15 anni dopo si va alla caccia di un posto fisico che sia uguale a quello immaginato. E viene scelta questa struttura senese poi dipinta completamente di bianco, “la torre – ricorda Augusto Costa- era diroccata e come per incanto fu restaurata con pannelli di cartongesso per permettere le riprese” .E’ il primo caso in Italia in cui viene scelto un luogo fisico per promuovere un prodotto.Un luogo che è il caso di dire … lievita nel tempo. CLICCA QUI

mulino bianco

“L’idea di un mulino “vero”- fanno sapere dal Centro archivi e documentazione della Barilla – era nata all’Agenzia Armando Testa già nel 1989, ma la trasformazione di questa intuizione in un sistema di comunicazione è frutto del lavoro di molte persone, come ricorda Franco Carrer, responsabile creativo della campagna: “Quello che accadde sul set fu merito di Gianni Quaranta, premio Oscar per la scenografia del film “Camera con vista“. Curò la ristrutturazione del Mulino, ottenendo un luogo magico, un ambiente straordinario. Gli spot che vi girammo furono il frutto dell’impegno di un gruppo di professionisti di grande levatura come Tornatore e Morricone”.

Mulino bianco negli spot

Il luogo immaginario che diventa reale per poi tornare negli anni duemila immaginario, visto che gli spot dell’industria parmigiana, vengono girati altrove. Ma sì sa nel mondo non solo pubblicitario è il pubblico , il mercato, a decretare o meno la morte dei propri simboli. E allora i “pellegrini della famiglia felice” continuano a venire a Chiusdino, col tam tam di Internet , con quello di Facebook dove il Mulino Bianco ha 82mila amici. La folla delle sorpresine si regala una sorpresa. E questa flusso continuo, sta facendo pensare anche la Barilla. Forse è solo un caso : ma da circa un anno a chiusura di tante pubblicità per qualche secondo si continua ad animare il Mulino. Anche lì , nel mondo degli spot, il Mulino stilizzato è color marrone e la gente continua a vederlo Bianco. Nemmeno fossimo alle magie medievali e di Dulcamara, che trasformava il nero in bianco, di San Galgano. ( 3lug17 )

come è adesso il mulino bianco Testo tratto e modificato: http://www.mulinobianco.it/

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