BIKINI e TANGA – Le Origini la storia e l’evoluzione

Bikini raquel Welch

Il Bikini negli anni ’60 – Istituto Luce parte I – Clicca Sopra 

VIDEO 2 – I Bikini anni 60 – Istituto Luce parte II – Clicca  

VIDEO 3 – La famosa scena di 007 con Ursula Andress in bikini – Clicca 

Il bikini è un tipo di costume da bagno femminile in due pezzi che lascia la pancia scoperta. Il nome deriva dall’atollo di Bikini, sede di esperimenti atomici, anche in virtù dello scalpore che creò nella società la sua comparsa.

Il pezzo superiore copre il seno ed una parte del busto o della schiena; ha una forma simile ad un reggiseno ed ha generalmente una o due bretelle di sostegno. Il pezzo inferiore è uno slip, forma simile ad una mutanda, che copre il pube e una parte più o meno ampia dei glutei

Bikini – Storia antica

Dai mosaici romani di Villa del Casale, a Piazza Armerina

Costumi a due pezzi erano indossati già nell’antichità, come risulta dal ritrovamento di urne, affreschi e mosaici di epoca greca e romana (i più antichi risalgono addirittura al 1400 a.C.).

Origini moderne del Bikini

Micheline Bernardini primo bikini

Il bikini moderno è stato inventato dal sarto francese Louis Réard a Parigi nel 1946 (introdotto ufficialmente il 5 luglio). Il nome richiama l’atollo di Bikini nelle Isole Marshall, nel quale negli stessi anni gli Stati Uniti conducevano test nucleari: Reard riteneva che l’introduzione del nuovo tipo di costume avrebbe avuto effetti esplosivi e dirompenti.

Il modello di Reard rifiniva il lavoro di Jacques Heim che, due mesi prima, aveva introdotto l’Atome (così chiamato a causa delle sue dimensioni ridotte), pubblicizzato come il costume da bagno più piccolo al mondo. Reard rese l’ Atome ancora più piccolo, ma non riuscì inizialmente a trovare una modella che osasse indossarlo. Finì quindi per ingaggiare come modella Micheline Bernardini, spogliarellista del Casino de Paris.

Bikini nella cultura moderna

Bikini anni 60

Ci vollero quindici anni perché il bikini fosse accettato negli Stati Uniti. Nel 1951 i bikini furono proibiti al concorso per Miss Mondo. Nel 1958, il bikini di Brigitte Bardot nel film E Dio creò la donna creò un mercato per il costume negli USA, e nel 1960 la canzone di Brian Hyland “Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polka Dot Bikini” diede l’avvio a una corsa all’acquisto del bikini. Infine il bikini divenne popolare, e nel 1963 il film Beach Party, con Annette Funicello (enfaticamente non in bikini, dietro espressa richiesta di Walt Disney) e Frankie Avalon fu il primo di una serie di film che resero il costume un’icona della cultura pop.

brigitte bardot in bikini nuda ursula andress in bikini james bond

Coloro che conoscono la storia dell’atollo di Bikini – in particolare coloro che si oppongono alla proliferazione nucleare – potrebbero trovare l’etimologia del nome “bikini” per un indumento inappropriata. La sua lettura come “esplosivo” in effetti riduce la rilevanza di una seria crisi umanitaria, che ancora influenza la politica delle Isole Marshall, a un mero simbolo della cultura popolare. Il termine due pezzi è talvolta considerato più appropriato.

Evoluzione del bikini

In epoca recente, il termine monokini è stato utilizzato con riferimento ad abbigliamento da bagno topless femminile; laddove il bikini ha due pezzi, il monokini è costituito dal solo pezzo inferiore. Dove il monokini è comunemente utilizzato, spesso con un motto di spirito si definisce bikini a un abbigliamento composto di due elementi: un monokini e un cappello. Il termine monokini è stato coniato da Rudi Gernreich.

 

Tanga

Un tanga è una mutandina simile allo slip, ma molto più sgambata, tanto da consistere sui fianchi solo in un sottile nastro o un cordoncino. Viene spesso confuso con il perizoma, altro tipo di mutandina che può essere sgambata o meno (e in questo differisce dal tanga, che lo è sempre), ma nella sua parte posteriore è tanto stretta da consistere in una sottilissima striscia di tessuto.

Origine ed evoluzione

Il nome tanga deriva da quello di un ornamento tipico della cultura detta di Marajó (Brasile settentrionale) che viene ancora utilizzato da alcuni gruppi abitanti alla foce del Rio delle Amazzoni. Il tanga è costituito, nella parte anteriore, da una placchetta di ceramica a forma triangolare tenuta sospesa da una cordicella passante per due fori praticati lungo la base; il fianco dell’indumento, pertanto, è costituito unicamente da detta cordicella.

Una leggenda vuole che la grande popolarità dell’indumento derivi da una ragazza brasiliana di origini italiane, Rose di Primo, che avrebbe tagliuzzato il suo costume per farsi notare a una festa nella spiaggia di Ipanema, a Rio de Janeiro, nel 1972. Il clamore ottenuto dall’esibizione della ragazza avrebbe avviato la diffusione del succinto indumento sulle spiagge del Brasile.

Come capo di biancheria intima, il tanga è stato storicamente in voga in particolare nei periodi in cui lo sono stati gli indumenti a vita bassa (gonne e pantaloni), in quanto occupando naturalmente meno spazio in altezza di uno slip, una volta indossato è meno facile da scorgere oltre il bordo superiore degli stessi.

È molto diffuso soprattutto come parte di costumi da bagno due pezzi, in quanto grazie alla sua essenzialità riduce al minimo la parte di addome, schiena e fianchi coperti, consentendo un’abbronzatura molto estesa anche se non integrale. 

Di seguito alcuni Bikini “Storici” 

rita hayworth bikini
Rita Hayworth

Eva Herzigova bikini
Eva Herzigova
Eva Mendes
Eva Mendes

Testo tratto e modificato:  http://it.wikipedia.org/wiki/Bikini

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